Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
A piedi, a cavallo, in mountain bike, ma anche con le ciaspole o con gli sci. Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è uno scenario di montagne, laghetti, altipiani, borghi, castelli e chiese che attira e incanta ogni anno migliaia di visitatori. Istituito nel 1991 per custodire l’alto valore naturalistico e storico di quest’area, è uno dei tre parchi nazionali che tutelano l’Abruzzo, regione che ha molte aree protette, un primato che la rende la più grande area naturalistica d’Europa. Ma il Parco si estende anche nel Lazio e nelle Marche per un totale di 150.000 ettari. Noi però parliamo di una porzione del territorio, quella che va da Campotosto a nord a Rocca Calascio a sud.
Non solo energia
A 1.300 s.l.m. il lago di Campotosto è uno dei più importanti laghi artificiali d’Europa. All’inizio era un pascolo, poi divenne una miniera di torba a fine Ottocento e, infine, nel 1939 furono costruite le dighe, bloccando le acque del Rio Fucino, degli affluenti del Vomano e quelli del Trontino. Oggi il lago produce energia per circa cinque diverse centrali idro-elettriche. Fa parte dell’Ippovia del Gran Sasso e della Strada maestra del Parco, che collega L’Aquila con la costa attraversando il massiccio del Gran Sasso.
Il Piccolo Tibet
Siete a Campo Imperatore, ai piedi della catena del Gran Sasso, denominato da Fosco Maraini, scrittore, alpinista e fotografo, “il piccolo Tibet” dell’Abruzzo, l’altopiano più esteso dell’Appennino. Di origine glaciale e carsico-alluvionale, si eleva tra 1.500 e i 1.900 metri di altezza, è lungo circa 20 Km, ed è il pascolo estivo di generazioni di pastori. Falchi, aquile, camosci d’Abruzzo (specie endemica), cervi e caprioli sono alcuni esempi di fauna che potete avvistare, oltre alle mandrie nelle praterie.
Campo Imperatore si raggiunge tutto l’anno con la funivia del Gran Sasso, una delle più lunghe d’Europa, che dalla località Fonte Cerreto, vicino all’uscita autostradale A24 di Assergi, consente di arrivare all’Ostello Campo Imperatore, stazione degli impianti sciistici. A 2.200 metri di altezza si trova l’osservatorio astronomico, il più alto d’Italia: con l’adiacente giardino botanico alpino Vincenzo Rivera, è una meta importante per gli appassionati di stelle e piante.
La fisica sottoterra
Dalle stelle all’abisso: sotto le rocce del massiccio, a 1.400 metri di profondità, si trova un cuore tecnologico, i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, eccellenza nel campo della fisica e della ricerca delle astro-particelle, proprio quelle che arrivano dallo spazio. Uno dei più grandi laboratori scientifici sotterranei del mondo, con lo svizzero CERN.
Lo Specchio del Gran Sasso
Poco più in là trovate il lago di Pietranzoni, specchio della natura circostante e delle montagne che si riflettono sulle acque gelide. Abbastanza facile da raggiungere, è la meta prediletta di molti fotografi proprio per il motivo di cui sopra.
Al contadino non far sapere…
… quanto è buono il cacio con le pere. Il Pecorino Canestrato, detto anche pecorino di transumanza, è il prodotto tipico del versante aquilano del Gran Sasso. Ottenuto con latte ovino crudo, sale e caglio, la sua forma è dovuta a quella del canestro dove viene lasciato invecchiare: il suo sapore ricorda le erbe dei pascoli. Oggi non si fa più la transumanza orizzontale, bensì si pratica quella verticale, portando gli ovini nella stagione fredda a ripararsi a quota più bassa nelle stalle.
Pietre antiche, storia nuova
Anche se avvolti dalla natura incontaminata, fate una visita a Santo Stefano di Sessanio, che fa parte del Club dei Borghi più belli d’Italia. Fondato nell’anno Mille, nel XIII secolo apparteneva alla Baronia di Carapelle, poi divenne un possedimento dei Piccolomini e, dalla fine del XVI secolo, dei Medici. Poiché Santo Stefano era vicino al Tratturo Regio che andava da L’Aquila a Foggia, il periodo mediceo fu di massimo splendore grazie al commercio della lana. Col passare dei secoli, Santo Stefano versava in stato di abbandono, con appena un centinaio di abitanti, fino a quando l’imprenditore visionario Daniele Kihlgren, in tempi recenti, ne ha acquistato una parte che ha restaurato, innescando un’economia vantaggiosa in tutta la zona: con molta abilità ne ha conservato gli impianti originali seguendo i metodi tradizionali. È nato così un lussuoso albergo diffuso, il Sextantio, che riprende il nome d’origine del borgo.
Il castello del cinema
Ai margini di Campo Imperatore, a circa 1.500 metri di altitudine, sorge Rocca Calascio. Il castello, il più elevato degli Appennini, venne costruito intorno all’anno Mille ed è caratterizzato da quattro torri rotonde risalenti al XVI secolo. Raggiungibile solo a piedi, oppure con una navetta da Calascio in alta stagione, dalla rocca vedrete un panorama tra i più meravigliosi al mondo: dominerete dall’altopiano di Navelli, dove sono coltivati i fiori di crocus sativus dagli stimmi rossi dai quali si ricava il prezioso zafferano (la fioritura è in questo periodo dell’anno) alla valle del Tirino e vi sembrerà di volare molto in alto. Non a caso il Castello di Calascio è stata la location per film famosi, tra i quali Ladyhawke, Il nome della rosa, Il viaggio della sposa, la serie Padre Pio della RAI…
Il castello sorgeva per controllare il percorso tratturale: qui tra medioevo e rinascimento qui pascolavano circa 1 milione di pecore (oggi sono ridotte a qualche migliaia), che durante la transumanza passavano là sotto per emigrare in autunno verso la Puglia, alla ricerca di un clima più mite. La lana, essenziale poiché era l’unica fibra che in passato proteggeva dal freddo, era un bene importante per chi ne faceva commercio. Il borgo ai piedi del castello, Rocca Calascio, collegato con una semplice rampa, è abbandonato dal terremoto del 1703. Mentre a Calascio, il paese più a valle, ci vivono circa 130 persone.
Vicino a Rocca Calascio trovate la Chiesa di Santa Maria della Pietà la cui origine risale al 1596, quando fu costruita in un punto dove sorgeva un’edicola votiva molto più antica, già frequentata e venerata dalla gente del luogo.
Movimento all’aria aperta
Quest’anno il cicloturismo in Italia farà registrare almeno 31 milioni di presenze. Se siete tra coloro che lo praticano, sappiate che qui troverete pane per i vostri denti: tra i diversi percorsi che attraversano il territorio del Gran Sasso, un circuito collega i borghi di Campotosto, Assergi, Santo Stefano di Sessanio, Castelvecchio Calvisio, Calascio, Isola del Gran Sasso, Prati di Tivo, Pietracamela, il Ceppo e Bussi. Attenzione: i percorsi sono a quota alta, quindi fa freddo anche d’estate. Chi ama cavalcare, invece, praticherà l’Ippovia del Gran Sasso, che conta 300 Km di percorso ad anello dotato di aree attrezzate per la sosta e gira intorno al massiccio collegando i versanti, aquilano, teramano e pescarese.
3.33
Il terremoto del 2009 ha devastato nella notte del 6 aprile alle 3.33 l’Abruzzo, facendo oltre 300 morti e lasciando decine di migliaia di persone senza tetto, danneggiando paesi, edifici sacri e storici, tra i quali la torre medicea di Santo Stefano di Sessanio, ma non le case restaurate da Daniele Kihlgren che non ha usato cemento e si è avvalso dell’architettura e dei materiali tradizionali. Anche L’Aquila, la città che sta ai piedi del Gran Sasso, fu gravemente colpita. Una ferita che ancora è aperta.
Perché è sostenibile
Tra cammini a piedi, sentieri per la bici e l’ippovia, si può godere la natura quasi nella sua totalità. Il turismo di massa qui non c’è, ma trovate spazio, silenzio, bellezza e storia indimenticabili che riempiono di energia.
Consigli di Viaggio
Come arrivare
L’Aquila si trova a una trentina di km da Santo Stefano di Sessanio e poco più da Calascio.
In auto da L’Aquila, prendete la Strada Statale 17 fino a Barisciano, quindi proseguite fino a Santo Stefano di Sessanio o fino a Rocca Calascio.
In treno la stazione più comoda è L’Aquila: da lì procedete con il bus per Santo Stefano di Sessanio o Calascio.
Cosa Portare
Vestiti comodi e scarpe adatte per camminare in montagna, equipaggiamento per cavalcare o per andare in bici, sci o padule: decidete voi che cosa fare, dipende sempre dalla stagione e dalle condizioni meteorologiche. Nello zaino portatevi anche un kit di pronto soccorso e la vostra borraccia d’acqua.
Green Tips
Come sempre, riportate a valle i vostri rifiuti, non danneggiate fiori e piante, non disturbate gli animali, rispettate le tradizioni locali: siete ospiti delle genti di montagna. Camminate lungo i sentieri oppure fatevi accompagnare da una guida locale che vi racconterà i luoghi che attraversate. Prima di partire, procuratevi mappe e osservate il meteo: rinunciate ad avanzare nella vostra escursione se il tempo non ve lo permette.
Siti web utili
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