
Autunno: tempo di castagne in Val Bregaglia

Castagneto e boschi in Val Bregaglia ©Livio Piatta/World Images
Pim … pum… spotsch! Ma che succede? È una giornata autunnale in Val Bregaglia, una valle trasversale tra Italia e Svizzera. Arrivato a Castasegna, valico doganale, mi inoltro nel bosco a tinte multicolori lungo il sentiero della “Via Bregaglia” che conduce a Maloja, alla ricerca di funghi e per scattare qualche fotografia.

Frutto di Castagno (Castanea sativa) nel bosco di Castasegna. ©Livio Piatta/World Images
Improvvisamente un colpo di vento scuote gli alberi di castagno giallo ocra e alcuni ricci cadono ai miei piedi. “È già ora delle castagne” dice Mario, mentre Anna si affretta a raccogliere i primi frutti e ad aprire alcuni involucri spinosi a terra.
Quelli gialli, già maturi, si aprono naturalmente dai rami delle piante, espellendo i frutti che cascano a terra. Gli altri cadono e vanno aperti con precauzione.
Aspra e fredda la Val Bregaglia è sempre stato un luogo di passaggio e la pastorizia era nel passato la principale fonte di sostentamento. Il clima rigido e la lunga stagione invernale erano inadatti per la semina di cereali, come il mais o la segale, complice anche la poca esposizione solare della valle.

Si gioca a bocce a Crotti di Bondo, in Val Bregaglia. ©Livio Piatta/World Images
Al bar di Castasegna alcuni avventori del posto prendono il caffè, rigorosamente svizzero. Tra loro c’è discussione sulla raccolta delle castagne, che qui è sacra.
Hanno a cuore i loro boschi, gli abitanti della Bregaglia. Sanno che la storia di questo frutto ha permesso ai loro antenati e alle loro famiglie il sostentamento in anni più difficili. All’epoca tutto si faceva in casa, e dal pane alla pasta al dolce l’ingrediente principe utilizzato era la farina di castagne!

Escursionista beve acqua naturale da una fontana del 1843 a Castasegna ©Livio Piatta/World Images
Mantengono con cura i loro terreni su cui sono coltivate circa 1200 piante su una superfice di 50 ettari e i loro essiccatoi disseminati nel bosco di 83 ettari, sul quale crescono le restanti piante allo stato selvatico. Uno dei più grandi castagneti coltivati in Europa.

Essiccatoio per castagne nel bosco di Soglio ©Livio Piatta/World Images
Tant’è che in valle vi è una vera e propria associazione di castanicoltori che conta 95 membri di cui sei contadini lavorano la selva di professione. E raccontano storie durante l’inverno rigido, davanti al camino di una stua o al bar del borgo sorseggiando un bicchiere di vino. Storie di vita, di pascoli e di caccia. “Quella vera, regolamentata”, aggiunge Cecil, giovane guida escursionista di Spino incontrata sul sentiero panoramico. “Una donna che va a caccia? Pensavo fosse una cosa da uomini” affermo. “Sì, siamo in quattro in valle. Una ha addirittura 70 anni!”. Storie di montagna, fatte di sacrifici ma anche di forti legami con il territorio. Storie di viaggiatori e di viandanti che risalivano il Pass da Sett (Septimer pass) per valicare verso nord alla ricerca di fortuna. Con in tasca un gruzzolo di “marroni di Brentan” per alleviare la fame durante il tragitto, da soli o con i muli da soma. Ardue ragioni di sopravvivenza che nel tempo si sono tramandate di generazione in generazione, sempre con un occhio attento al territorio che in questo angolo di Svizzera è sovrano.

Il villaggio di Soglio. Sullo sfondo il gruppo Sciora e le cime Cengalo e Piz Badile. ©Livio Piatta/World Images
Da sempre queste famiglie hanno saputo mantenere fede al bosco, che è come un dono di Dio e va conservato. Nel suo piccolo produce ricchezza e benessere e “fa sempre un bel vedere” aggiunge Danko, uno dei castanicoltori. “Qui a Soglio vengono dì ogni dove a raccogliere castagne ma anche a dipingere, cosi come faceva il Segantini! E oggi facciamo la birra con le castagne, con il nostro marchio. Così teniamo a coltivare la selva per tradizione, per un reddito migliore, ma anche per avere un bel paesaggio. In anni eccellenti come il 2021, abbiamo raccolto fino a 20 tonnellate di castagne: un quarto sono state destinate a uso domestico, due quarti per la farina di castagne e un quarto per la produzione di derivati tra cui la birra”. Un bel contributo sostenibile per la valle!

Un proprietario che raccoglie castagne nel suo bosco di Soglio ©Livio Piatta/World Images
“Anzi – aggiunge – va sviluppata la produzione con le moderne tecnologie senza snaturare il processo produttivo e sostenuta facendo leva sugli estratti naturali che seguono la filiera corta. Solo in questo modo si può dare aiuto alla Val Bregaglia; pur sostenuti con altri contributi alla montagna da parte della Confederazione per la tutela del territorio. Coltivare il bosco, inoltre, significa prevenire eventuali dissesti del terreno dovuti alle intemperie, potare e selezionare le piante più idonee, raccogliere le foglie dell’autunno dando respiro al suolo ed evitando gli incendi”.
Come a Sottoporta, nella parte bassa della Bregaglia, dove si trova uno dei castagneti coltivati più estesi d’Europa, modello di sostenibilità locale.

La chef Elisa Tognetti mostra il tipico castagno del bosco di Brentan ©Livio Piatta/World Images
Anche Elisa, giovane chef a Vicosoprano utilizza la farina di castagne per le tagliatelle che propone ai suoi clienti. Acquista dai castanicoltori il prodotto macinato dei frutti di Brentan per la cucina del suo ristorante. E inventa nuovi e succulenti piatti. “È un modo per sostenere l’economia locale” aggiunge, convinta che fare sistema è il metodo migliore per aiutare le famiglie della Val Bregaglia e contribuire allo sviluppo di un turismo sostenibile. “In fin dei conti il motto è accogliere gli ospiti che vengono qui per una vacanza e offrire loro le nostre prelibatezze. Un soggiorno all’insegna dell’unicità in un autentico relax. E averli ancora tra noi”.

Tagliatelle di castagne del ristorante Piz Cam a Vicosoprano. Chef Elisa Tognetti ©Livio Piatta/World Images
Entriamo al negozio di Castasegna, un locale piccolo ma con tante curiosità culinarie e non solo: ci appare una signora minuta con fare sorridente, piena di energia. “Ha della birra di castagne?” chiede Giulia, una turista di Zurigo in vacanza da queste parti. “Dobbiamo aspettare la prossima raccolta. È molto richiesta e al momento l’abbiamo finita”, risponde con garbo.

Persone che bevono una birra al Crotto di Bondo ©Livio Piatta/World Images
Consapevoli di quanto udito, salutiamo anche noi. Un buon motivo per tornare da queste parti tra i “marroni di Brentan”, in un tripudio di colori degni di un dipinto di Varlin, che da queste parti è stato pittore affermato. O dei Giacometti, pittori e scultori cui è dedicato una sezione del museo Chasa Granda a Stampa. Proprio di fronte all’atelier di Alberto Giacometti.
Nella valle degli artisti anche la castagna ha un posto di privilegio e oggi ci fa sorridere il pensiero dell’attesa. Il ritmo della natura entra nei cuori di ognuno di noi e di chi in silenzio ha saputo conservare buona memoria.
E in Val Bregaglia lo sanno!
PERCHÉ È SOSTENIBILE

Bondo in Val Bregaglia ©Livio Piatta/World Images
La cultura del cibo è sostenibile quando si stratta di prodotti a Km 0. La castagna è un frutto coltivato o spontaneo del bosco e viene consumata da millenni. Ancor di più quando nel territorio si pratica la selvicoltura, ovvero la cura e la coltivazione del bosco di castagno che avviene durante le stagioni; il resto è demandato alla natura che ne cura lo sviluppo. Le località sono raggiungibili in ogni punto da mezzi pubblici di trasporto.
L’itinerario che proponiamo è agevole: parte da Chiavenna, a piedi o in MTB percorrendo la ciclabile che conduce a Castasegna. Da qui a piedi (dal paese o dal parcheggio di Bretan) si segue il percorso che conduce a Soglio attraverso i boschi a castagneto.
Dal 1 al 23 ottobre 2022 inizia la stagione della raccolta, da sempre celebrata dai contadini con un buon bicchiere di vino e castagne arrostite sul fuoco.
Per visite guidate, degustazioni e passeggiate:
CONSIGLI DI VIAGGIO

Via Cantonale a Castasegna ©Livio Piatta/World Images
Quando andare
In ottobre, per assistere al festival della castagna e per la raccolta, ove concesso, del gustoso e versatile frutto.
Come arrivare
In auto
Da Milano a Chiavenna sono 125 Km, 135 se si arriva a Castasegna.
Da Lugano a Chiavenna in auto 76 Km. Da Chiavenna a Castasegna 10 Km. Da Chiavenna a Soglio Km. 16,6
In treno
Dalla stazione Centrale di Milano, si prende il treno per Tirano. Si scende a Colico e si cambia treno per Chiavenna. Quindi in bus a Castasegna o Soglio.
Da Lugano si prende il bus per Menaggio o Colico, poi il treno fino a Chiavenna; quindi in bus fino a Castasegna o Soglio.
Pernottamenti a Chiavenna, Piuro, Castasegna, Soglio, Vicosoprano.
Cosa vedere nei dintorni
Museo Chasa Granda a Stampa – Sala Giacometti, Palazzo Castelmur a Stampa. Museo Segantini a Saint Moritz.
Atelier Segantini a Maloja.
Cosa portare
Oltre al consueto abbigliamento comodo e caldo per camminare nei boschi, e la borraccia con acqua, consigliamo scarponcini per evitare di scivolare su terreno umido o sulle foglie a terra. E guanti per raccogliere i ricci senza pungersi. Inoltre, portate con voi cestini di vimini o sacchi di juta o cotone dove mettere le castagne raccolte che così traspirano, niente plastica!
GREEN TIPS

Castagne nel bosco di Brentan ©Livio Piatta
I castagni sono di proprietà privata, la coltivazione richiede molto tempo e energia. Perciò non calpestate i prati. E documentatevi bene per le regole di accesso alle aeree destinate al pubblico per la raccolta delle castagne. Potete raccogliere questi frutti a terra per uso proprio su strade e sentieri della valle, oltre che nelle aree a bosco selvatico a Castasegna e Soglio, appositamente segnalate. E precisamente:
– a Plazza (linea dell’AutoPostale Promontogno-Soglio). Salendo da Promontogno, l’area rimane sulla sinistra.
– a Brentan, sul sentiero fra Plazza e Castasegna (a ca. 1 km da Castasegna). Nelle aree boschive a coltivazione di proprietà privata è vietato accedere.
Per informazioni consultare il sito internet:
bregaglia.ch/it/festival-della-castagna
Conservate i vostri rifiuti e riportateli al vostro domicilio.
Lasciate a terra le castagne che hanno fori o ammaccature, potreste trovarci dentro un verme. Arrivati a casa, mettetele in una bacinella d’acqua: quelle che galleggiano sono da scartare. E conservatele in frigorifero per consumarle entro una settimana.
Siti web utili
postauto.ch (per il trasporto pubblico, sostenibile, su strada in Svizzera).
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