Torre del Greco, sotto l’ombra del Vesuvio
Incastonata tra mare e Vesuvio, al centro del golfo di Napoli, capitale mondiale della lavorazione del corallo e dei cammei. Torre del Greco si presenta così. Distrutta ben sette volte dalle eruzioni vesuviane, è stata sempre ricostruita dai suoi laboriosi abitanti.
Nella prima metà del secolo scorso era ambita stazione climatica consigliata dai medici per guarire da molte malattie. E fu proprio qui che nel 1836 il poeta Giacomo Leopardi cercò giovamento ai tanti malanni che lo affliggevano, soggiornando nella villa che l’amico Ranieri aveva a disposizione alle falde del Vesuvio. Ebbe il tempo di comporre anche la celebre La ginestra che ha poi dato il nome all’antica dimora nobiliare.
Seppur compromessa dalla speculazione edilizia degli anni Cinquanta e Sessanta, la città vanta ancora numerosi tesori architettonici. Uno tra tutti Palazzo Vallelonga, un bellissimo edificio del Settecento oggi sede di un istituto bancario del territorio. Ma nei confini della città si contano tante “ville vesuviane”, dimore e palazzi costruiti dai notabili del tempo per stare vicino al sovrano Borbone che si era creato una splendida reggia estiva a Portici.
Il lungo litorale a sabbia nera è stato per decenni volano di un turismo che ha portato la crescita anche di un’offerta eno-gastronomica di tutto rispetto. Locali storici come la Casa Rossa, ubicato in quella che fu l’antica riserva di caccia del re Borbone La Mortella, nato nel 1888 come piccolo ristorante che si raggiungeva via mare e che aveva come specialità il pesce vivo. Oggi porta avanti l’antica tradizione culinaria della zona con l’aggiunta di una struttura alberghiera.
La grande notorietà internazionale Torre del Greco la raggiunge grazie alla lavorazione del corallo e dei cammei, iniziata prima come capitale della pesca del corallo rosso, nei ricchi banchi della Sardegna, della Sicilia e Algeria, e poi proseguita con la creazione di gioielli grazie alle tante maison che nacquero durante l’Ottocento. Una su tutte è la ditta Ascione, nata nel 1855 nel centro storico, che è stata grazie a Giovanni Ascione un’azienda leader nel design dell’oggetto prezioso discostandosi dal mero prodotto di artigianato.
Oggi il corallo è una specie protetta e sottoposta a una pesca sostenibile che rispetta l’ecosistema marino, e le aziende hanno fatto la loro parte investendo nell’innovazione per evitare la pesca sconsiderata dei primi anni del secolo scorso. Si opera in maniera selettiva per salvaguardare i banchi di corallo, che però non hanno nulla a che vedere con la barriera corallina, i cui antozoi non sono utili per la gioielleria. Tra le eccellenze lavorate, il corallo rosso del Mediterraneo, forse uno dei più belli disponibili in natura. Per continuare a formare maestranze, ancora adesso funziona quella che fu l’antica Scuola del Corallo fondata in un antico convento nella seconda metà dell’Ottocento. Oggi è inquadrata come liceo artistico a “indirizzo raro” e insegna come lavorare il corallo e come realizzare i cammei, utilizzando le conchiglie “corniola” o “sardonica”.
Tanti i monumenti da vedere in città, il più importante di tutti è la basilica di Santa Croce, che ha il campanile più piccolo rispetto al sacro edificio perché è per metà sepolto dalla lava dell’eruzione del 1794. L’antica chiesa venne completamente distrutta e l’attuale di gusto neoclassico fu ricostruita da don Vincenzo Romano, che è stato proclamato Santo nel 2018, primo parroco a salire agli onori degli altari.
Ma è il centro storico ad affascinare il visitatore – con l’intero quartiere arroccato attorno all’antica Santa Maria di Costantinopoli – che ha conservato gli antichi palazzi e le strette viuzze che raggiungono Palazzo Baronale, oggi sede dell’assise cittadina. Nella chiesa di Santa Maria, che venera una statua sottratta dal corsaro torrese Maldacena ai turchi che l’avevano predata chissà dove, ebbe sede il Pio Monte dei Marinai. Si trattava di un organismo che pagava il riscatto dei pescatori torresi rapiti dai pirati barbareschi, che dalle coste del Nordafrica si spingevano fino alle coste dell’Italia meridionale per depredare e rapire uomini e donne.
Torre del Greco attualmente si presenta con un bel porto turistico e con attività economiche legate alla tradizione ma anche al terziario avanzato.
Tante le strutture ricettive che sono spesso piene grazie anche alla vicinanza con l’antica Ercolano e Pompei e con la strada di accesso a uno dei monumenti più visitati della Campania, il Vesuvio, che si erge proprio sopra Torre del Greco e che si affida alle tante statue di San Gennaro per ottenere, tramite l’intercessione divina, la benevolenza del vulcano.
Come arrivare
Trenitalia: stazione di Torre del Greco (attivata nel 1841)
EAV ex Circumvesuviana: stazione Torre del Greco
www.eavsrl.it/web/
Autostrada A3: uscita Torre del Greco
5 Comments
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FRANCO PALOMBA DEI CANTIERI NAVALI DI FU IL CAV. CIRO PALOMBA
PECCATO CHE HAI DIMENTICATO LA CANTIERISTICA ED I SUOI MAESTRI D ASCIA FAMOSI NEL MONDO.
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Maddalena Stendardi
Buongiorno Franco, ti risponde Mimmo Torrese, autore del pezzo su Torre del Greco: “È innegabile il ruolo della cantieristica nell’economia torrese, come del settore florovivaistico. Ma la sua non menzione non è determinata da una dimenticanza. L’articolo è in chiave di fruizione turistica della città ed è ospitato in un portale che propone itinerari di questo tipo”.
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Ascione Silvia
Sono una Torrese e vi ringrazio per questo articolo dedicato al mio paese. Mi chiamo Sr.Silvia Ascione e leggendo questa carrellata di meraviglie che possiede la mia città mi sono emozionata. Grazie a questo giornalista Mimmo Torrese che mi ha fatto conoscere cose che non sapevo. Non so se ci sia una parentela con Giovanni Ascione, comunque grazie
ancora e vi saluto il mio saluto francescano di Pace e bene! 27/ 09 /2023-
Maddalena Stendardi
Risponde Mimmo Torrese, autore del pezzo: “Grazie per aver apprezzato il nostro articolo dedicato a Torre del Greco. Questo ci sarà di sprone per realizzarne altri. La Storia complessa che si è venuta a sviluppare sotto al Vesuvio ha costituito il tessuto connettivo su cui si sono sviluppate le bellezze architettoniche e paesaggistiche di cui solo una piccola parte abbiamo raccontato nell’articolo pubblicato”.
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EMILIA GAMBINI
Ottima presentazione della CITTADINA non eccessivamente lunga e capace