Isola Gallinara e Toirano – Liguria
Tra natura e medioevo
Sembra una tartaruga, comodamente adagiata e sola in mezzo al mare.
Ma appena il tempo e il vento lo consentono viene circondata da barche e da velisti, che gettano l’ancora e disturbano il suo silenzio con il rumore vivace di chi si tuffa in acqua.
È l’isola Gallinara e si trova più o meno di fronte ad Albenga e ad Alassio. E ci vuole poco per capire perché è una meta così ambita: è bellissima, non troppo piccola (circa 470 metri di lunghezza, 450 di larghezza per una superficie di 11 ettari), vicina (un miglio dalla riviera ligure di Ponente) e soprattutto costituisce l’omonima riserva naturale. Anche il suo nome è un debito alla natura: ha la sua origine dalle galline selvatiche che in passato riempivano le sue terre.
Sempre nel passato, fu rifugio di monaci benedettini. Ora è rifugio di chi ha voglia di allontanarsi da spiagge affollate, navigare un po’ e fare una bagno nell’acqua cristallina che le gira tutt’intorno. Anche se ci sono norme e divieti precisi per l’ancoraggio da rispettare con attenzione.
Sull’isola il verde è il colore che salta agli occhi, la macchia mediterranea è ricca e nella zona a sud e a est trova spazio una delle più popolose colonie di gabbiani reali, che fanno compagnia ai grandi cormorani.
Ma lo spettacolo naturale va oltre: per chi ha una passione subacquea qui i fondali, prevalentemente rocciosi, nascondono mondi da scoprire. Un paio i punti di maggiore interesse: Punta Sciusciau e Punta Falconara.
La prima permette un’immersione che arriva fino a 30-40 metri. Sono tante le piccole grotte e i punti in cui si muovono cernie, gronghi, scorfani, murene e polpi. Basta la luce di una torcia per osservarli anche negli angoli più lontani, dove è possibile scoprire spugne a volte di grandi dimensioni.
Punta Falconara arriva invece a circa 18 metri, consente di vedere molluschi di diverse varietà e di raggiungere la famosa statua di Cristo. Volendo si prosegue l’immersione fino a 22 metri.
Da non dimenticare che qui i fondali sono regolati da limiti precisi, proprio per salvaguardare la loro integrità e la conservazione del sito archeologico. Le immersioni sono sì consentite, ma accompagnate dalle guide locali dei tanti diving convenzionati (per esempio, www.marinadiving.com).
Anche per fare un giro dell’isola in barca ci si può fa accompagnare: da quest’anno si può scegliere il battello che parte da Laigueglia (dal nuovo pontile del molo centrale). A settembre le date previste sono 1, 6, 10, 13, 17, 20 (informazioni dettagliate su: www.quilaigueglia.it).
Borgo e grotte a portata di mano
Se dopo esservi riempiti gli occhi con i colori del mare, avete ancora un po’ di spazio per chiudere in bellezza la giornata dirigetevi verso Toirano (in treno con discesa a Loano, poi diversi mezzi pubblici sull’Aurelia – info: www.tpllinea.it – in auto, uscita a Borghetto Santo Spirito).
Le onde distano solo tre chilometri, ma in questo comune di 2000 abitanti sembra di essere lontanissimi. Il centro storico ha mantenuto praticamente intatte le caratteristiche di borgo medievale. Bellissimi i vicoli stretti, che un tempo potevano essere allagati per difendersi dagli attacchi nemici, e che oggi si percorrono con il volto rivolto verso l’alto per ammirarne le incredibili strutture e i colori.
Per chi ha ancora voglia di scoprire, ci sono le grotte (www.toiranogrotte.it) nelle quali le testimonianze preistoriche rivivono insieme a fiori d’aragonite, stalattiti e stalagmiti che offrono uno spettacolo più unico che raro. E dimostrano anche “…che si può benissimo fare del turismo attraverso un Istituto e un’organizzazione a base scientifica, fondendo gli interessi verso un’unica meta” (Nino Lamboglia, 1960, Fondatore e Direttore dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri e dell’Ente Grotte di Toirano).
Per chi invece preferisce abbandonarsi ai piaceri della tavola, a Toirano c’è da scegliere. Nell’agriturismo La Ferla (www.agriturismolaferla.it – il nome è il virgulto che nasce dal vecchio ceppo della pianta), ci sono vetrate tutt’intorno ai tavoli e così si può avere la piacevole sensazione di sentirsi in mezzo ai prati.
Il restauro del locale (prima c’erano anche stalle e fienili) è stato fatto cercando “…di rispettare le caratteristiche strutturali originali e di utilizzare i materiali propri della nostra zona”. Oggi il ristorante propone “una cucina ligure di tradizione, con ricette a base di verdure, pasta fatta in casa e carni cucinate come si faceva una volta, il tutto condito con il nostro olio extravergine di oliva spremuto a freddo.”
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