Antartide: viaggio alla fine del mondo
“Il mare è così ingombrante di ghiacci che la terra diventa inaccessibile”: così scrisse nel suo diario il 6 febbraio 1775 il capitano inglese della Royal Navy James Cook (1728-1779). Cartografo e navigatore, fu il primo esploratore che si avventurò al comando della HMS Resolution, un brigantino a palo, verso i mari del Sud alla scoperta di nuovi mondi, e vi trovò una terra di neve e ghiaccio sulla quale sbarcò nel gennaio 1775 in una baia che chiamò Possession Bay.
Proseguì nella scoperta di quelle terre desolate fino alla Georgia del Sud, affermando: “…neanche un albero in vista, né un cespuglio abbastanza grosso da ricavarne uno stuzzicadenti”, anche se con il suo equipaggio riuscì ad avvicinarsi al pack nonostante le nebbie e le tempeste del più impetuoso mare del mondo, generato dall’incontro di correnti marine dell’Oceano Atlantico con l’Oceano Pacifico: il cosiddetto canale di Drake.
Nel suo esplorare navigando oltre il circolo polare antartico, lungo la banchisa in continuo movimento al cospetto di gigantesche montagne di ghiaccio, Cook si rese conto di avere davanti a sé un’intera massa glaciale: una enorme calotta di ghiaccio battuta da venti impetuosi e da tempeste di neve in estate e in inverno, ma che in primavera si frantuma e si disperde in mare aperto in migliaia di “isole di ghiaccio” di diverse dimensioni alla deriva, concludendo che: “qualsiasi terra potesse esistere vicino al Polo Sud non sarebbe mai stata esplorata”.
In seguito altri esploratori, come Robert Falcon Scott (1868-1912), Ernst Shackleton (1874-1922) e Edward Adrian Wilson (1872-1912) e Roald Amundsen, all’inizio del secolo scorso ne seguirono le gesta, constatando a loro volta nei fatti l’esistenza di un vero Continente. L’Antartide.
Una calotta bianca, chiamata così proprio per la sua copiosa coltre di ghiaccio, che ancor oggi ne ricopre circa il 98% della superficie tutto l’anno. Terreno inospitale, selvaggio, ventoso anche per quell’uomo che oggi è presente nelle basi delle diverse spedizioni di ricerca scientifica dislocate soprattutto a sud verso il mare di Ross o qua e là sul continente.
Sopravvivono ai rigori di questo clima spesso inospitale solo colonie di uccelli e animali che popolano le coste e resistono a temperature che raggiungono anche i -40°C, mentre all’interno si possono raggiungere anche i -80°C. Così, solo sulle coste della Penisola Antartica o nelle isole periferiche del continente, tra le South Shetland e la Georgia del Sud, a temperature più contenute, si trovano alcune erbe, tra le quali licheni e muschi rappresentano le specie più evolute (autoctone).
Ma se questo gigante di ghiaccio è così selvaggio e inospitale per la vita di piante e animali, l’Oceano australe che lo circonda trova invece una enorme concentrazione di vita marina che si è adattata al clima rigido, comprendendo numerose specie che vanno dalla microscopica diatomea al fitoplancton, dai pesci polari alla gigantesca Balenottera azzurra.
Nel mare antartico si concentra così un’enorme presenza di creature marine invertebrati chiamato Krill (Euphausia superba), organismi che compongono lo zooplancton, il cibo che alimenta quasi tutta la fauna marina antartica come pinguini, foche e tutti gli uccelli marini che popolano soprattutto le coste della Penisola Antartica, un promontorio di rocce e ghiaccio dove il clima è leggermente più temperato rispetto al desolato cuore del continente bianco tra il Mount Vinson e la Terra Queen Maud.
Una delle più belle e meglio preservate regioni del pianeta
C’è qualcosa di magico in questi luoghi. Silenziosi, imprevedibili e avvolti da mistero. Ce ne accorgiamo mentre con l’equipaggio, gli scienziati e alcuni viaggiatori a bordo della nave battello Akademik Shokalskij, affrontiamo il tumultuoso canale di Drake, quasi un migliaio di chilometri dove le correnti dell’Oceano Atlantico e del Pacifico si scontrano accompagnate da fortissimi venti occidentali australi, dando origine alla potente corrente circumpolare antartica.
Un passaggio ardito che porta il nome del suo scopritore, Sir Francis Drake, e che separa la punta estrema dell’America meridionale alla penisola Antartica. Superato l’impetuoso canale, raggiungiamo le isole South Shetland meridionali accompagnati da albatri, gabbiani e zafferani meridionali in una calma piatta, quasi surreale.
È mattino presto. Il sole all’orizzonte illumina il mare e la prua della nave mentre mi trovo sul ponte di comando. Si fanno incontro i primi iceberg nel mare davanti le isole di King George. Lontano, montagne di ghiaccio e roccia, come descrive l’ammiraglio James Cook nel suo diario di viaggio nel 1773, sembrano avvicinarsi mentre navighiamo verso le isole Livingstone per inoltraci nello stretto di Bransfield.
Siamo in prossimità delle coste di Antarctic Sound, primo avamposto esplorativo della Penisola Antartica meta del nostro viaggio sul continente bianco. Lo Zodiac, un gommone per escursioni, è pronto allo sbarco sulla terraferma di Brown Bluff, un tuya (tipo di vulcano subglaciale) di basalto di origine vulcanica, dove sosta una colonia riproduttiva di pinguini di Adelia (Pygoscelia Adeliae) e una di pinguini di Gentoo (Pygoscelia papua), le foche di Weddell (Leptonychotes weddellii), e alcune specie di uccelli come le Procellarie del capo (Daption capense) e Procellarie delle tempeste di Wilson (Oceanites oceanicus).
Come minuscole presenze in un habitat naturale immenso, con rigoroso rispetto cominciamo a rilevare campionature del suolo documentando quanto appare ai nostri occhi.
Ma cosa c’è di più emozionante che essere circondati da vicino da una colonia di pinguini di Gentoo lungo le coste di Paulet Island, oppure osservare gli occhi languidi di una foca comune (Phoca vitulina) addormentata sulle rive della fumante caldera di Deception Island?
Il ghiaccio comincia a formarsi a Wilhelmina Bay, mentre a bordo dello Zodiac con i biologi della Quark Expedition andiamo alla ricerca di megattere e balene che da qualche tempo frequentano questo angolo remoto della terra: tutt’intorno montagne di ghiaccio che planano impetuose verso le acque del canale di Gerlache Strait nella vicina Enterprise Island.
Sono le prime propaggini del continente bianco. Improvvisamente come d’incanto uno sbuffo d’acqua verso l’alto, proveniente dalle narici dello sfiatatoio posto sul dorso, avverte la presenza di una Balenottera azzurra (Balaenoptera musculus), salita in superficie quasi a volerci salutare con un colpo di coda prima di immergersi negli abissi. La nostra missione continua diretti verso Cuverville island, quindi nella silenziosa baia di Neko harbour. Come una sentinella, vediamo sulla punta di un iceberg la splendida Sterna Artica (Sterna paradisaea), un uccello che sverna qui dopo una migrazione dall’Artico di 13.000 km, e che riprenderà tra poco sulla via del ritorno. Tutt’intorno è calma piatta!
In religioso silenzio remando verso l’interno della baia siamo accolti da alte pareti di ghiaccio che sembrano grattaceli azzurri fuoriusciti dalle limpide acque antartiche. Di tanto in tanto gocce d’acqua di fusione, cadendo dall’alto, sono l’unica eco che risuona in questo luogo ameno e selvaggio. Quasi fosse un concerto di timpani nel meraviglioso teatro della natura.
È un viaggio nel viaggio, l’Antartide. Talmente coinvolgente che mi sforzo di controllare l’emozione ogni volta, evitando di disturbare gli unici abitanti che ci osservano tranquilli mentre ci allontaniamo dalla baia verso l’Akademik Shockalskij. Abbiamo preso dei campioni d’acqua, documentato lo stato dei luoghi. Quanto basta per giustificare la nostra presenza in questi luoghi, e utile al controllo di un ecosistema così fragile.
L’alba di un mattino di marzo, i raggi del sole all’orizzonte illuminano un iceberg solitario che contrasta con le montagne senza nome di Paradise Bay. Nome appropriato vista la bellissima vista sulla baia. “They look like the Alps above the water”, esclamo rivolto ad Akos Hivekovics, naturalista ungherese, mentre attraversiamo il canale di Gerlache Strait, in viaggio verso la base scientifica argentina di Almirante Brown. Siamo accolti da alcuni studiosi di stanza quaggiù quasi tutto l’anno e per loro è un privilegio poter fare nuovi incontri.
L’etica del turismo responsabile
Tra una lezione di ecologia e documentari dedicati ai pionieri di queste terre, il giorno successivo proseguiamo verso la base antartica britannica di Port Lockroy sull’isola di Wiencke, dove ancor oggi sono aperti un importante museo dedicato alle spedizioni scientifiche e geografiche del passato e l’ufficio postale più a sud del mondo, tutt’ora operativo.
A Jougla Point, poco distante, nutrite colonie di Pinguini di Gentoo (Pygosclia papua) e carcasse di balena. I genitori dei Pinguini aiutano i pulcini di qualche mese alla muta delle piume e li spingono al primo bagno nell’acqua gelida. Un esercizio che sarà motivo per l’allenamento natatorio prima di affrontare la partenza in mare nell’inverno australe.
Oltre il circolo polare antartico lungo il canale di Lemaire, il muso tenero della Foca leopardo (Hydrurga leptonyx) adagiata su un iceberg tra i ghiacci della terra di Graham, è la testimonianza silente di un clima che cambia. È sazia del pasto appena consumato. Il suo sorriso sembra quasi chiedere protezione, anche se rimane un animale schivo e poco affidabile, date la pericolosità per le sue attitudini alla caccia di mammiferi e uccelli a sangue caldo come foche comuni e pinguini.
Gettiamo l’ancora intorno all’arcipelago di Palmer per la prossima uscita verso Newmere channel per l’avvistamento di megattere (Megaptera novaeangliae). Louise Adie, un’esperta canoista canadese, si avventura in kayak in solitaria nel canale di Lemaire per un rapporto più intimo con il mare e la natura selvaggia. Qualcuno fa il bagno nelle acque gelide, mentre ci prepariamo per il rientro verso le isole Petermann quando il sole accarezza le montagne di Anvers Islands.
Da una decina d’anni sono iniziate le crociere verso questi luoghi remoti a bordo di vecchie rompighiaccio e navi di nuova generazione che si adoperano per riciclare i rifiuti a bordo con l’intento di ridurre l’impatto ambientale del viaggio. Dall’Argentina, dal Cile o dall’Australia, sono diverse le partenze che i tour operator organizzano per chi ha la possibilità anche economica di avventurarsi in un viaggio nel continente bianco.
A far da controllo è la IAATO (International Association of Antarctica Tour Operator) che promuove e sovraintende con rigide linee guida favorendo l’etica per un turismo responsabile in aiuto alla scienza, il controllo dei natanti e i minimi permessi di sbarco nelle aree prefissate, contenendo un ipotetico turismo di massa che potrebbe causare una potenziale alterazione degli ecosistemi.
Come piccoli esploratori dediti all’avventura, ci portiamo dentro la ricchezza di un ecosistema unico al mondo consapevoli di affrontare nuove sfide all’insegna della sostenibilità.
All’Antartide tutta la mia ammirazione.
Arrivederci!
I numeri del Continente Bianco
14.000.000 Kmq è la superficie, di cui 13.720.000 è coperta da ghiacci.
L’Antartide rappresenta il 92% delle riserve di acqua dolce del globo.
Un iceberg è mediamente per 1/3 fuori dall’acqua e per 2/3 immerso sotto l’acqua.
La temperatura più bassa registrata è stata di -89,2°C nel 1983 nella base scientifica di Vostok.
3 basi di ricerca fisse e circa 80 tra basi o stazioni di ricerca sono dislocate sul continente.
1959 è la data del Trattato Antartico tra Stati membri al solo scopo pacifico e di ricerca scientifica.
00672 è il prefisso telefonico.
PERCHÉ È SOSTENIBILE
Questi paesaggi estremi hanno conservato la loro anima grazie alla posizione poco accessibile. E anche al costo del viaggio in queste terre. Fortunatamente è presente sul territorio una rete di controllo da parte della compagnia organizzatrice.
Nel corso del viaggio nel pomeriggio o alla sera sono proiettati documentari e filmati dedicati alla storia delle esplorazioni e alla natura dell’Antartide.
Durante le giornate di viaggio a bordo della nave verranno tenute lezioni e informazioni dedicate al territorio dell’Antartide e della Penisola Antartica.
CONSIGLI DI VIAGGIO
Quando andare
Il periodo ideale è da metà dicembre a metà marzo, l’estate argentina. Consultate i siti governativi per avere notizie fresche, come viaggiaresicuri.it
Come arrivare
Fare un viaggio in Antartide e più precisamente nella Penisola Antartica, oggi è possibile attraverso tour operator sostenibili e riconosciuti dalla IAATO, l’organizzazione che tutela il territorio dell’Antartide e promuove la pratica di viaggi sicuri e rispettosi dell’ambiente. Partendo dalle grandi città con mezzi pubblici si consiglia informazioni sui siti internet appropriati per favorire la possibilità di costi agevolati a singoli e gruppi.
Io consiglio l’organizzazione Quark Expeditions (agenzia Canadese che opera in USA) che si compone di un team di esperti, con geografi, biologi naturalisti ed esperti organizzati nei viaggi di questa portata. Un modo per conoscere meglio i luoghi seguendo le regole dettate. Per il viaggio fino a Ushuahia, la base dalla quale partono le imbarcazioni per l’Antartide, scegliete tour operator sostenibili che notoriamente si occupano del Sud America. Imbarco su nave battello che propone la Compagnia Quark Expeditions (da concordare sul sito internet della compagnia in base a costi e giorni di permanenza). Informazioni su giornate di viaggio e orari forniti a bordo dalla compagnia scelta per il viaggio.
Cosa portare
Indumenti per l’inverno (piumini o parka con cappuccio), giacche antivento, berretti e guanti. Scarponcini da trekking e/o stivali di gomma. Interni termici, T-Shirt e altri vestiti caldi da usare a strati. Cartina e mappa dell’area interessata, libri scientifici dedicati a riconoscere gli uccelli e i mammiferi.
GREEN TIPS
Oggi l’Antartide ci mostra quanto possono influire il surriscaldamento globale e l’inquinamento, che sono anche alla base dello scioglimento dei ghiacciai: la sostenibilità è una decisione che non è più rimandabile! Quindi tenete conto di questo e seguite queste indicazioni, oltre a quelle che vi daranno le guide locali:
È tassativamente obbligatorio riportare al proprio domicilio i rifiuti di uso e consumo.
All’interno del natante che vi ospita è richiesto il rispetto delle regole.
Quando siete a terra assicuratevi che gli oggetti che vi appartengono non volino via, a causa dei forti venti.
Non portate cibo con voi a terra.
Se accederete alla costa del territorio della Penisola Antartica nelle tappe dell’itinerario, dovrete cambiare le scarpe prima della discesa sul gommone Zodiac. Verranno fornite dalla compagnia gli stivali appositi che dovranno essere puliti per evitare contaminazioni sul suolo antartico.
State lontani almeno cinque metri dagli animali, non toccateli con le mani, non disturbateli, non nutriteli.
Non portate via nulla da questo territorio.
A Ushuaia visitate il Museo Antartico
Libri utili
Diari antartici. Quattro esploratori verso il punto estremo – Robert Falcon Scott, Ernest Shackleton, Edward Adrian Wilson – Nutrimenti ISBN: 9788895842691
Sud. La spedizione dell’Endurance – di Ernest Shackleton – Nutrimenti ISBN: 9788895849214
L’ultima spedizione – Robert Falcon Scott – Nutrimenti ISBN: 9788865943403
Endurance – L’incredibile viaggio di Shackleton al Polo Sud – Alfred Lansing – Tea ISBN: 8850203934
Antartide, il continente blu – David McGonigal – Lynn Woodworth – Edizioni del Capricorno ISBN: 9788877070319
Film e documentari
Incontri alla fine del mondo di Werner Herzog 2007
La marcia dei Pinguini di Luc Jacquet 2005 (premio Oscar nel 2006)
La marcia dei Pinguini – Il richiamo di Luc Jacquet 2017
The Endurance di George Butler 2000
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