
Rabat e Casablanca: cosa ho amato di più
La città fortezza

Rabat: Torre Hassan © Mauro Parmesani
Dista solo duemila km da Milano e la sua posizione tra Europa e Africa è geostrategica: parlo del Marocco e la nostra prima tappa è Rabat, la capitale. Fortezza, in arabo Ribat, è l’origine del nome della città, circondata dalle mura color ocra che hanno cinque ba, porte monumentali in pietra. Qui si concentra una fusione tra diverse culture: berbera, andalusa, europea, araba.

Rabat: Avenue De La Victoire © Mauro Parmesani
Arriviamo di notte percorrendo l’Avenue de la Victoire, lucente per la pioggia, fiancheggiata da grossi ficus e illuminata dai led a terra. L’effetto scenico è notevole, l’ingresso è magico. Superate le mura, entriamo nella parte più vecchia della città fino all’Hotel Rabat (21 avenue Chellah) dove ci fermiamo per due notti. Si respira un’aria rilassata e tranquilla, la città è molto pulita e ordinata. Capitale politica e centro della diplomazia, inserita nel Patrimonio UNESCO, è la seconda più popolosa del Marocco e con la più grande università del mondo arabo.
- La luce

Rabat – Piazza della Torre Hassan © Maddalena Stendardi
“Maddi!!! Guarda che luce!” è l’urlo di gioia che Mauro Parmesani, fotografo professionista, mi indirizza, mentre corre da una parte all’altra con la sua Nikon scattando foto, alcune delle quali le vedete pubblicate qui. A volte è questione di fortuna: questa mattina a Rabat piove a tratti (l’acqua che tanto attendevano anche in Marocco!) e la piazza Hassan è invasa da una speciale luminosità dopo il temporale, quando si intravede lo spicchio di sole che crea la magia. Ecco la luce della quale mi parlava Mauro, uno tra i motivi che lo hanno convinto a vivere buona parte del suo tempo in Marocco: quella giusta che ti dà energia ed entusiasmo.
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Rabat Moschea © Maddalena Stendardi
Siamo in Boulevard Mohamed Lyazidi, dove sorge il complesso storico e culturale più importante della città che ci accoglie in brillantezza. I ruderi delle 200 colonne che avrebbero dovuto sorreggere il tetto della grande moschea progettata da Ya’qūb al-Mansūr (regnò tra il 1184 e il 1199) mai terminata, si ergono davanti a noi come soldatini sull’attenti. Nella stessa area sorge la Torre di Hassan, il minareto del XII secolo alto 44 metri (doveva raggiungere gli 80 ma fu interrotta la sua costruzione), simbolo della città e patrimonio UNESCO; il Mausoleo in stile arabo-andaluso in marmo delle Alpi Apuane col tetto dalle tegole verdi, dove si trovano le spoglie di Mohammed V, nonno dell’attuale re; e la moschea Hassan.Le guardie reali a cavallo, di bianco vestite con cintura rossa in vita e cappellino verde, fanno la loro bella figura ai due ingressi del complesso.
Rabat- Il fiume Oued Bon Regreg © Mauro Parmesani
- Dall’altra parte del Boulevard, i prati ben curati e morbidi, popolati da garzette, portano all’affaccio sul fiume Bou Regreg che sfocia nell’Oceano Atlantico, un punto panoramico dove rinfrancarsi contemplando lo scorrere dell’acqua. Sulla riva opposta sta Salè, ex repubblica corsara, che fa parte di Rabat e si raggiunge attraversando il ponte Hassan II.
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Rabat – Guardie a cavallo all’ingresso di piazza della Torre Hassan © Maddalena Stendardi
Mercato, cittadella e palazzo del re

Rabat: La Medina © Mauro Parmesani
- Il nostro giro prosegue nella Medina, parola che designa il centro storico della città islamica: considerata l’anima della capitale, è una delle più antiche del Marocco ed è facile da girare senza perdersi. Qui si trovano minuscole botteghe che vendono di tutto, mercanti e artigiani che creano e restaurano. Tappeti, oggetti in pelle, spezie, cibo… Si vede la Moschea Makki da una parte e il quartiere ebraico mellah dall’altra.
Rabat – Casbah des Oudaïas © Maddalena Stendardi
- Un altro tesoro all’interno dei bastioni è la sopraelevata Kasbah degli Udayas risalente al XII secolo (Casbah des Oudaïas o Kasbah les Oudaias), la cittadella con moschea che fu il primo nucleo di Rabat, circondata da mura e torri. L’ingresso è attraverso la grande porta almohade del XII secolo di Bab Oudaia. Attraversiamo questa zona residenziale camminando tra i vicoli dalle piccole abitazioni bianche e azzurre per raggiungere la Plateforme du Semaphore, l’enorme piazza dalla quale godiamo di impareggiabili vedute dell’oceano (la cui riva si raggiunge tramite una scalinata), del fiume e di Salè.
Rabat © Maddalena Stendardi
- Il palazzo reale –Dâr-al-Makhzen è un complesso in stile islamico, circondato da giardini ben curati, visibile solo da una certa distanza: non ci si può avvicinare per motivi di sicurezza, anche se il re Hassan II non ci vive. Il complesso del palazzo include la sede della guardia reale, la moschea, il collegio reale e un centro di allevamento e addestramento di cavalli.
Rabat – Palazzo Reale © Maddalena Stendardi
Il bello della biodiversità
La città è molto verde e ricca di giardini e viali con eucalipti, ficus benjamin, ficus elastica (l’albero della gomma), baobab, tulipe de gabon dai fiori fiammeggianti.

Rabat – Jardin D’essais Botaniques © Mauro Parmesani
- Ne vediamo esemplari al Jardin d’essais botanique (Avenue Annasr), piacevole e silenzioso, che ospita più di 650 specie di piante locali, tropicali, subtropicali e desertiche per promuovere e conservare il patrimonio ecologico marocchino, le risorse biologiche per la ricerca scientifica e per accogliere collezioni di piante destinate alla conservazione della biodiversità.
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Rabat – Jardin d’Essais Botanique © Maddalena Stendardi
Antico, moderno e artigianale
- Il Museo archeologico (Rue El Brihi), il più importante del Marocco, ha collezioni di reperti che risalgono al paleolitico e al neolitico. Particolarmente interessanti sono le sculture di bronzo di epoca preromana trovati a Volubilis, Lixus e Banasa, i mosaici a disegno geometrico di Volubilis, la statua di marmo di Tolomeo e il busto di Giuba II.
Rabat – Museo Archeologico © Maddalena Stendardi
- Dal passato al presente. L’MMVI Museo Mohammed VI di Arte Moderna e Contemporanea (Avenue Moulay Hassan. 2) è il primo su larga scala costruito in Marocco dall’indipendenza dalla Francia nel 1956, e il primo museo pubblico marocchino a soddisfare gli standard internazionali di museografia. Qui sono le opere di 200 artisti marocchini, tra cui Hassan Hajjaj e Ahmed Yacoubi.
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Rabat – Museo Mohammed VI ©Maddalena Stendardi
- Ma l’arte contemporanea la troviamo anche in città, fuori dai musei, nei murales che spiccano sui muri dei palazzi. Ce ne sono tanti e di vari tipi, con immagini oniriche, di vita quotidiana, monocromi o colorati. Sono il frutto del festival internazionale di street art che si tiene annualmente dal 2015, con artisti marocchini e internazionali. Questo fenomeno lo troveremo anche a Casablanca, la seconda tappa del nostro viaggio.
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Rabat – Street Art in città © Maddalena Stendardi
- Ci dirigiamo verso la Poterie de Oulja a Salè, nel distretto dove lavorano oltre 60 vasai: le loro ceramiche sono l’intreccio tra la cultura amazigh e quella andalusa. In pochi gesti, apparentemente semplici, l’artigiano che vediamo al lavoro con un pugno di argilla dà forma a tajine (la pentola dove si cuoce il Tajine), oggetti in miniatura, vasi decorativi, lampade.
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Salè – La Poterie © Maddalena Stendardi
- Vicino, a cinque minuti di auto o a mezz’ora a piedi, sulle sponde del fiume Bouregreg, tra Rabat e Salé, si trova il Grand Théâtre, dalle linee ondulate e forme fluide che prendono spunto dal vicino fiume e dalla calligrafia araba. Questa è l’ultima opera di Zaha Hadid prima della sua dipartita.
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Rabat – Grand Theatre © Maddalena Stendardi
Partiamo da Rabat in direzione Casablanca: lungo la Corniche vediamo le spiagge di sabbia dorata, con onde perfette per surfisti, spesso arredate con campi da gioco e servizi per chi cerca il comfort.
La città splendente

Casablanca – Moschea Hassan II © Mauro Parmesani
Casablanca è la capitale economica del Marocco, grazie anche al suo porto dove sono gestiti i commerci con l’estero (esportazione di cereali, pelli, fosfati, minerali di ferro e manganese), e ha oltre cinque milioni di abitanti contro i 645.000 di Rabat. I quartieri moderni e le bidonville sono molto trafficati tra bus elettrici, auto e carretti trainati da asini e cavalli, che però sembrano destinati a scomparire, almeno dal centro città. Noi alloggiamo per due notti all’Hotel West Bestern Plus.

Casablanca Moschea Hassan II © Mauro Parmesani
- La prima visita che facciamo è alla Moschea di Hassan II, tra le più grandi del mondo e tra le poche moschee visitabili dai non musulmani. Ne rimaniamo ammaliati. Costruita su una lingua di terra, dà l’impressione, da lontano, di emergere dall’oceano. Costata circa 500 milioni di dollari, finanziata direttamente dal popolo marocchino, è stata completata nel 1993 in sette anni su progetto dell’architetto francese Michel Pinseau, amico del re. Impiega attualmente oltre 300 persone ed è il simbolo del Paese, tra tradizione e innovazione. Infatti c’è molta tecnologia oltre alla bellezza: antisismica (nell’Oceano ci sono vulcani che possono causare terremoti), sottoposta a continue manutenzioni per via della salinità, del moto ondoso continuo, dell’umidità, del vento, è costruita su palafitte di cemento e rocce che affondano nelle acque.
Casablanca – Moschea Hassan II © Mauro Parmesani
Il piazzale antistante è sterminato, può ospitare circa 80.000 fedeli. All’interno la sala è enorme e maestosa: grande circa 20.000 mq e alta 60 metri (ha la capacità di accogliere 25.000 fedeli) è suddivisa in tre navate che ricordano l’impianto della cattedrale cristiana: quella centrale è più alta rispetto alle laterali e ha un tetto apribile, che consente ai fedeli di pregare sotto le stelle e di ricambiare l’aria nelle giornate più afose.

Casablanca Moschea Hassan II © Maddalena Stendardi
Il minareto, tra i più alti nel mondo con i suoi 210 metri, è dotato di un faro con un raggio laser orientato verso la Mecca che raggiunge una distanza di 30 chilometri. I pavimenti sono riscaldati per dare comfort ai fedeli: si entra senza scarpe per una questione di igiene, perché durante la preghiera la fronte delle persone tocca la terra. I materiali con i quali la moschea è edificata sono in maggior parte marocchini: marmo travertino, granito e onice provengono dal sud del Paese. Soffitti, cupole fonoassorbenti e matroneo sono in legno di cedro; al posto dello stucco veneziano nelle decorazioni è stato utilizzato calce viva, sapone nero e tuorlo d’uovo; sopra i capitelli le decorazioni sono in gesso. Ma scopriamo dalla guida che le cinque porte automatizzate in titanio sono italiane e i lampadari sono in vetro di Burano. Nei sotterranei della moschea si trovano gli hammam con vasche a forma di fiore, bagno turco e la sala per le abluzioni che sono fatte per rispetto a dio e agli altri fedeli.

Casablanca: Medina Artigianato © Maddalena Stendardi
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- Immancabile la passeggiata nella Medina di Casablanca, una sorta di gran bazar a cielo aperto dove troverete articoli di artigianato, scarpe, cibo, vestiti, spezie, bar, ristoranti… Meno pulita di quella di Rabat e un po’ fatiscente in certi tratti, termina con un bastione fortificato, dove c’è il mitico Rick’s Café, in omaggio al film Casablanca. Al di fuori della Medina si trova la parte della città costruita dai francesi, la Nouvelle Ville con edifici Art Déco.
- Per scoprire il fulcro della nuova città bisogna andare in Place Mohammed V e nella vicina Piazza delle Nazioni Unite: scenografica la fontana monumentale che si illumina la sera creando un effetto drammatico. Lo stile Art Déco e moresco caratterizzano gli edifici amministrativi, tra i quali il tribunale, il consolato francese, la banca del Marocco.
Casablanca © Maddalena Stendardi
- E a proposito della sopracitata Art Déco, consiglio di visitare il bell’edificio degli anni Trenta che ospita la Villa des arts de Casablanca (30, Boulevard Roudani), dove viene promossa l’arte contemporanea con mostre di giovani artisti marocchini e internazionali. Vedrete così l’interno di una casa in stile e scoprirete opere molto piacevoli e anche, in alcuni casi, innovative.
Villa des arts de Casablanca © Maddalena Stendardi
Cosa si mangia?

Casablanca- Tavolata al ristorante Dar Dada © Mauro Parmesani
Tajine (stufato di manzo o agnello accompagnato da e verdure cotte, ma le varianti sono molte), couscous (grani di semola di grano o frumento duro cotti al vapore) o pastilla, lo sformato di pasta di sfoglia a strati farcito con carne di pollo o piccione e spezie: ecco le migliori specialità che si possono gustare. Le insalate crude e cotte marocchine, servite all’inizio del pasto, sono presentate come accompagnamento a un piatto principale. Come dessert compaiono spesso datteri e la pasta di mandorle insaporita con latte, acqua di rose ed essenza di fiori d’arancio per i deliziosi dolcetti. Tè, verde o nero, insaporito con la menta e molto zuccherato, è sempre presente a tavola e nei locali.

Rabat – The Tour Hassan Palace Ristorante La Maison Arabe © Mauro Parmesani
- A Rabat tra i ristoranti cito il Dinarjat(6, Rue Belgnaoui) dove siete accolti da un cameriere in costume tipico. Il locale in stile arabo-andaluso ha un patio a cielo aperto: cenate a lume di candela accompagnati da musicisti e degustate la cucina marocchina tipica. E La Maison Arabe (26, Avenue Chellah BP 14) uno dei ristoranti del Tour Hassan Palace di architettura moresca, dagli ambienti raffinati e dove si mangia bene.
- A Casablanca il bellissimo e buon ristorante di cucina marocchina Dar Dada (Zenkat Al Arsa, Medina).
Casablanca Dar Dada © Maddalena Stendardi
PERCHÉ È SOSTENIBILE
Rabat è ricca di vegetazione e di luce. Ha 230 ettari di spazi verdi, oltre alla foresta di sughere ed eucalipti della Maâmora che si estende su una superficie di 1.063 ettari a nord, ideale per passeggiare o per fare pic nic. Oltre a questo e al Jardin d’essais botanique, Rabat ha la foresta Ibn Sina, i giardini del Belvedere, del Triangle de vue e degli Oudayas, e non è un caso che sia stata proclamata a livello internazionale “città verde” nel 2010 in occasione del Giorno della Terra. L’area di miglioramento è l’accessibilità per chi ha problemi motori: mancano spesso ascensori, scivoli e così via. E gli ostacoli sono presenti anche negli edifici costruiti negli ultimi anni.
Il sole di Ouarzazate

Ouarzazate- Centrale Noor © Mauro Parmesani
Noor (“luce” in arabo): così si chiama il primo impianto a concentrazione ibrida, in parte fotovoltaica e in parte a concentrazione solare, che si trova vicino a Ouarzazate, nel sud del Paese. Certamente non è vicino alle città di cui ho parlato, ma vale la pena raccontare che è il più grande impianto a concentrazione solare al mondo: gli specchi parabolici catturano l’energia del sole e la concentrano riscaldando i tubi all’interno dei quali scorre olio che viene utilizzato per produrre vapore e mettere in moto le turbine che generano l’elettricità.

Ouarzazate- Centrale Noor © Mauro Parmesani
Il suo calore viene inoltre impiegato per riscaldare fino a 500°C grandi quantità di sale che si scioglie, conservando così il calore che può essere impiegato per far funzionare i generatori per circa sette ore dopo il tramonto del sole. E il Marocco vuole portare la quota delle rinnovabili al 52% entro il 2030 e venderle in Europa attraverso lo stretto di Gibilterra dal porto di Tangeri.

Ouarzazate- Centrale Noor © Mauro Parmesani
CONSIGLI DI VIAGGIO
Quando andare
Primavera e autunno sono le stagioni migliori per la temperatura e per il minor afflusso di turisti.
Come arrivare
- In aereo fino a Casablanca all’Aeroporto Internazionale Mohamed V Casablanca (CMN), una trentina di km dalla città che è raggiungibile con treni, taxi, bus. È lo scalo più trafficato in Marocco con oltre 7 milioni di passeggeri in transito ogni anno ed è anche il principale hub della compagnia di bandiera Royal Air Maroc, della Jetairfly, della Air Arabia Maroc. Gli aerei che arrivano qui sono sempre pieni, quindi conviene prenotare con largo anticipo.
- Da Casablanca per Rabat si può proseguire in treno: la LGV Casablanca–Tangeri, o Ligne Atlantique, è la prima linea ad alta velocità(fino a 320 km/h) del Marocco e dell’Africa ad essere realizzata, e impiega 57 minuti per arrivare a Rabat, distante 83 km. In città si gira a piedi o su tram elettrici moderni con wifi gratis a bordo.
Cosa portare
- Occhiali da sole, berretto e crema solare; antidolorifico e disinfettante per piccole ferite, medicinali per colpi di sole e problemi intestinali. Costume da bagno discreto, pashmina, giacca. Sneakers o scarpe comode per camminare a lungo e facili da togliere e mettere.
- Fotocamera, penna e taccuino, cellulare, mascherina FFP2, disinfettante per mani.
- Per entrare alla moschea di Casablanca dovete avere braccia e gambe coperte, e le donne dovrebbero avere un velo in testa.
GREEN TIPS

Rabat -Tram con Wifi a bordo © Maddalena Stendardi
- Ogni chilo conta quando siete in viaggio, più pesa un aeroplano, più emissioni di carbonio produce: mettete in valigia solo ciò di cui avete bisogno e l’ambiente vi ringrazierà.
- Mangiate e bevete locali, aumenterete la domanda di prodotti regionali per ridurre le importazioni di cibo. Molti dei piatti tradizionali del Marocco sono realizzati utilizzando solo ingredienti del posto e di stagione.
- Rabat è pulita e così ci piace: portate i vostri rifiuti in hotel senza seminarli in giro per la città. Girate con borraccia piena di acqua da bere evitando così le bottigliette di plastica.
- Camminate o usate i tram a Casablanca e a Rabat: oltre a essere un modo ecologico di muoversi, vi aiuterà a immergervi ancora di più nell’atmosfera del posto. Io consiglio di prendere una guida locale esperta.
- L’acquisto dei prodotti a Km0 è uno dei modi migliori per investire nell’economia locale e per trovare un souvenir unico.
Rabat – Medina: datteri per tutti i gusti © Maddalena Stendardi
Siti web utili
Info pratiche
- Formalità di ingresso: passaporto valido per un soggiorno di una durata inferiore a 90 giorni. Alcune cittadinanze necessitano di un visto, informatevi presso le rappresentazioni diplomatiche o consolari marocchine del vostro paese. Non sono richieste vaccinazioni per entrare in Marocco. Se il vostro animale domestico vi accompagna, munitevi del suo certificato di vaccinazione antirabbica rilasciato da almeno 1 mese ma non più di 6 mesi prima della partenza.
- Cambio: la moneta del Marocco è il dirham, che è diviso in 100 centesimi. La valuta deve essere cambiata nelle banche o istituti riconosciuti.
- Fuso orario: situato sullo stesso fuso orario di Greenwich, il Marocco segue l’ora GMT
- Meteo: meteoma.net
- Polizia 19
- Vigili del fuoco 150
- Informazioni 160
- Soccorsi stradali 17
Ricordatevi che oltre l’arabo in Marocco si parla il francese: bon voyage!
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