Crema, piccola-grande città
Crema è come una giovane signora: elegante e tranquilla, in apparenza, eppure energica e gaudente. È una locomotiva trainante nel cuore della Pianura Padana, con obiettivi in crescendo.
Città dell’armonia (qui si costruiscono organi e campane, nota è la Fonderia Allanconi) e dei sapori genuini (il Salva Cremasco, i Tortelli Cremaschi, la Spongarda, il Torrone…), mostra una bellezza silenziosa e raccolta custodita gelosamente dai suoi abitanti che racchiudono nelle parole, negli sguardi e nei gesti orgoglio, ambizione e voglia di vivere.
E, infatti, solo in tempi recentissimi ha deciso di mostrarsi agli “stranieri”, mettendo in luce la qualità di vita invidiabile, i bei palazzi nobiliari che si affacciano sulle strette strade e sulle piazze, le chiese che narrano le varie epoche, stupefacenti per la loro architettura e arte.
Sport e natura a Crema
La città ha una vegetazione ricca – il comune si trova nel contesto del Parco Regionale del Serio – e una buona rete di piste ciclabili copre ampie zone del territorio comunale e collega le periferie al centro cittadino.
Alcuni percorsi si estendono sino a raggiungere comuni limitrofi, come la Ciclabile del Canale Vacchelli, un corso d’acqua artificiale che taglia tutto il territorio cremasco da ovest a est, un corridoio ecologico lungo 36 Km che unisce i parchi Adda Sud, Serio e Oglio Nord, e i parchi sovracomunali del Moso e del Tormo. Ma chi volesse sbizzarrirsi, può scegliere tra diverse ciclovie.
Città Europea dello Sport 2016, Crema vuole creare per i suoi cittadini una prospettiva di benessere attraverso il sostegno di modelli sportivi all’avanguardia. E sta lavorando per creare le strutture, tra le quali il Palazzetto dello Sport e la pista di atletica.
Matteo Piloni, assessore allo Sviluppo Sostenibile, la presenta così: “35.000 abitanti, città piccola per le dimensioni, ma grande per le ambizioni dei cremaschi. Il 45% del PIL della provincia di Cremona arriva da qui, dalle molte imprese, come quella della cosmesi. Crema ha quindi lavorato poco sul turismo, ma ora una trentina di operatori ha creato una serie di pacchetti turistici con diversi percorsi tematici riguardanti cultura, gastronomia, arte, sport e natura. La firma del Protocollo d’intesa tra il comune di Crema, Film Commision Lombardia e il Centro di Ricerca Alfredo Galmozzi dà impulso alla realizzazione di film, spot, documentari e fiction sul territorio cittadino e proprio in questo periodo in città il regista Luca Guadagnino ambienta una parte del suo ultimo film. Ma quando si parla di Crema si parla anche del Cremasco: sono 52 i comuni che hanno dato origine alla SCRP (Società Cremasca Reti e Patrimonio), i cui sindaci lavorano in un rapporto molto stretto in un’ottica territoriale”.
L’origine della città
È medievale: la fondazione risalirebbe al 15 agosto 570 quando, di fronte alla minaccia rappresentata dall’invasione longobarda, gli abitanti della zona trovarono rifugio nella parte più elevata dell’“isola della Mosa”, approntandola a difesa sotto la guida prima di Cremete, conte di Palazzo, e poi di Fulcherio.
Da questi due personaggi deriverebbero i toponimi Crema e Insula Fulcheria, i cui nomi appaiono solo dalla metà dell’XI° secolo. Ma, attorno al nome, così come attorno alle origini della città e del territorio circostante, ancora oggi si nutrono molte incertezze.
La città attraversò, nel tempo, diversi passaggi: l’invasione di Federico Barbarossa, la pesta bubbonica, i Visconti, la Repubblica di Venezia, i francesi, gli austriaci e così via… fino a diventare una cittadina del benessere, grazie all’agricoltura, all’artigianato, alle industrie.
A spasso per Crema
Un’accompagnatrice di eccezione nel nostro tour per la città è l’architetto Francesca Compiani, che ci porta al Santuario di Santa Maria della Croce, poco distante dal centro: progettato nel 1490 da Giovanni Battaggio, architetto lodigiano, è dedicato alla Madonna che qui apparve a Caterina degli Uberti ferita a morte dal marito.
Si presenta in cotto a vista, molto utilizzato in queste zone per via dell’abbondanza di argilla lungo il Serio. La chiesa è circolare all’esterno, a pianta ottagonale all’interno, intorno ha quattro nuclei che formano bracci di croce. Nel tempio, uno straordinario patrimonio artistico con dipinti cinquecenteschi, anche dei Campi, e affreschi barocchi.
Ci avviciniamo a Piazza Duomo: nel medioevo era la cittadella fortificata, il primo nucleo di Crema, oggi è il cuore della città. Il Torrazzo, portale incluso nel Palazzo Comunale cinquecentesco, fusione di architettura lombarda e veneziana, ha due fronti simili sulla piazza Duomo e su via XX Settembre. Il Palazzo Vescovile è anch’esso rinascimentale, il Palazzo Pretorio, progettato per il Podestà, pur essendo in armonia con gli altri edifici della piazza, ha un portale barocco, mentre la Torre Guelfa conserva un volto medievale.
Il primo Duomo di origine romanica, i cui resti sono visibili nella cripta, è stato distrutto dal Barbarossa nel 1160 per punire la città della sua ribellione nei confronti dell’Impero. Tra il 1284 e il 1341 avvenne la ricostruzione. Quello che vediamo oggi è il risultato di un generale restauro attivato nel 1952-59.
Dedicato a Santa Maria Assunta, è in cotto e ha uno stile Gotico lombardo: la facciata a vento ha decorazioni di monofore, bifore, nicchie e rosoni che la impreziosiscono.
All’interno, ci sono tre navate, separate da pilastri circolari, con volta a crociera, e tre absidi a terminazione piatta. Frammenti di affreschi e significativi dipinti arricchiscono la cattedrale.
La curiosità: il crocefisso in pioppo nero, probabilmente opera di maestranze d’Oltralpe del XIII secolo, fu bruciato nel 1490 dai Veneziani quando presero Crema e le gambe di Cristo sembrarono essersi rattrappite, come se si fossero ritratte per l’ustione riportata.
Una nicchia ricavata nella parete meridionale dell’abside custodisce dal ‘300 circa un piccolo affresco raffigurante I Sette Dormienti, giovani martiri di Efeso murati vivi in una grotta durante le persecuzioni cristiane all’epoca dell’imperatore Decio e resuscitati sotto Teodosio II (401-450).
Altro gioiello è la chiesa della SS. Trinità che si affaccia su via XX Settembre, esempio di barocchetto italiano dalla duplice facciata, una delle quali riporta il simbolo arcaico massonico della Trinità.
Il Teatro San Domenico, di struttura rinascimentale, ospita il teatro cittadino e la scuola musicale Luigi Folcioni ed è a disposizione per le prove dei concerti. Nella stessa piazza Trento e Trieste, il Mercato Austroungarico fu costruito nel 1842, con una funzione commerciale ormai perduta, in onore della seconda visita di Francesco I d’Austria.
Come tutte le città, anche Crema ha il suo fantasma, che si presenta nelle notti di luna piena o di tempesta (secondo chi lo racconta) con la sua testa sottobraccio. Il “Palazzo del decapitato” è il Palazzo Bondenti Terni De Gregory (1698-1737) in via Dante: in cotto con decorazioni Rococò, presenta un lato incompiuto.
La leggenda vuole che il giovane figlio del nobile Niccolò Bondenti cadesse dal palazzo allora in costruzione e morisse sul colpo. Il padre distrutto dal dolore decise di interrompere la costruzione dell’edificio. Nel tempo poi la storia cambiò, e nacque la versione del suicidio del ragazzo, il cui corpo fu decapitato per il disonore.
Il vicino Convento di Sant’Agostino, in Piazzetta Winifred Terni de Gregorj, fu costruito nel 1439, con due chiostri ben conservati con pilastri ottagonali in cotto e un refettorio affrescato in stile rinascimentale da Pietro da Cemmo; al piano superiore si trova il Museo Civico di Crema e del Cremasco.
Da non perdere è la recente Sezione Arte Organaria del Museo Civico. Dal XVIII secolo nel territorio cremasco sono fiorite numerose botteghe e scuole: le famiglie Tamburini e Bonizzi-Inzoli (entrambe nella seconda metà dell’Ottocento) hanno dato il meglio in questo campo, costruendo circa 2000 organi che suonano un po’ ovunque nel mondo: li troviamo nella basilica di San Pietro in Vaticano, all’auditorium di Città del Messico, nel duomo di Milano, nella basilica di El Qubeibeh di Emmaus…
Ancora oggi artigiani producono e restaurano canne d’organo, e in città esiste l’unica scuola in Italia che rilascia il titolo di “Tecnico del restauro di organi a canne”.
Eccellenze da provare
Nella via XX Settembre, la strada del passeggio e dello shopping, da non perdere assolutamente è la Gelateria Bandirali, già premiata come migliore d’Italia e citata recentemente sul Corriere della Sera tra le migliori gelaterie della Lombardia.
Il ristorante da provare a Crema è Il Ridottino: ex casa da gioco privata, in cui i cremaschi hanno vinto o perso fortune, si trova nell’antico Palazzo Crivelli, sempre nel centro storico. Tre sale con soffitti a volta affrescati e un giardino interno, ricco di piante e fiori, dove ci si sente fuori dagli affanni, la mente si alleggerisce e il corpo si rinfranca.
Carlo Alberto Vailati, conosciuto da tutti come il Maestro, è lo chef e patron. Le proposte variano, ma il menù di tradizione cremasca è d’obbligo per conoscere meglio il territorio. Allora si parte con lo stuzzichino di salame cremasco, giardiniera casalinga e Salva in pangrattato. Altro must di Carlo Alberto è l’insalata di pollastra, uova di quaglia e maionese alla senape. Segue un eccezionale risotto agli asparagi freschi e robiolina fresca, un assaggio di Tortelli Cremaschi e il coniglio disossato e ripieno al forno. Per finire, il semifreddo agli amaretti e salsa di caramello. Impossibile lasciare qualcosa nel piatto. La carta dei vini conta 300 etichette tra italiani, francesi e distillati, piacevole è farsi consigliare.
Un altro indirizzo per gli eco-turisti è l’Agriturismo Le Garzide, alle porte della città e del Parco Serio, azienda agricola con circolo ippico, ristorante e cinque appartamenti in affitto con colazione inclusa.
Il consiglio è di provare la cucina tradizionale ed etica dell’agriturismo. Frutta e verdure sono biologiche, bovini, conigli e oche sono allevati con rispetto e cura, uova, formaggio e latte arrivano da aziende agricole o piccoli produttori locali.
Ecco un esempio di menù degustazione: gnocco fritto, salame e pancia di Fassona, Salva con le Tighe (peperone verde che è una sberla – “tiga” in cremasco – per il sapore deciso), risotto Luartis e Salva Cremasco, Tortelli cremaschi – dei quali abbiamo assistito alla preparazione grazie alle mani abili della mamma e della zia di Diego Aiolfi, proprietario dell’agriturismo – e ancora tante altre bontà.
L’aria che si respira all’agriturismo Le Garzide fa sì che si esplori volentieri la tranquilla campagna circostante, che continua a essere, oggi come ieri, il serbatoio di linfa vitale per la “piccola-grande città”.
piste-ciclabili.com/comune-crema
crema2016.eu
Francesca Compiani
Museo Civico di Crema e del Cremasco
Piazzetta Winifred Terni de Gregorj 5
Tel. +39 0373 257161
Il Ridottino
Via Alemanio Fino 1, Crema CR
Tel. +39 0373 256891
Giorno di chiusura: domenica sera e lunedì
Le Garzide
Via Cantoni 7, Crema CR
Tel. +39 0373 250066
Mob. +39 339 8482512
legarzide.it/it
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