A Firenze in caccia di bellezza
Siccome di respirare bellezza ne sento sempre il bisogno, ho voluto visitare di nuovo un pezzetto di Firenze. Prima di andarci, ho rivisto la serie I Medici su RaiPlay, la storia della famiglia dei banchieri fiorentini del Cinquecento, da Cosimo il Vecchio al vertice della Signoria al nipote Lorenzo, e mi sono lasciata incantare ancora una volta dalle vicende dell’epoca, dall’arte, dalla lungimiranza del Magnifico.
In meno di due ore da Milano, con una tariffa super scontata di Italo, approdo nella luminosa e centrale stazione di Santa Maria Novella, un capolavoro del razionalismo italiano.
Overtourism
Certo, i fiorentini meritano un po’ di pace e non il viavai interminabile dei turisti, l’aumento dei prezzi delle case e dei fitti, lo spopolamento del centro dei residenti e delle botteghe storiche, le code davanti ai musei o ai ristoranti. Anni fa io ho vissuto per mesi a Firenze per motivi di studio. Quindi mi ricordo bene il disagio che provavo pure io a dover camminare su strade affollate e vedere gente che bivaccava un po’ dappertutto. Per questo consiglio di visitarla in bassa stagione, evitando i ponti, le festività o l’estate, per godere meglio del suo fascino indiscutibile.
Dalla stazione mi dirigo a piedi verso il centro e faccio la colazione da Scudieri, il caffè fondato nel 1939 in piazza del Duomo: davanti a me ho il battistero, e tanta voglia di riscoprirlo. Poi mi reco alla Residenza del Proconsolo, proprio dietro alla cattedrale di Santa Maria del Fiore: un B&B con le stanze dai soffitti alti, essenziali, pulite e con ampio bagno e frigobar dove si trovano acqua, yogurt e la prima colazione (impacchettata) inclusa, macchina da caffè e tè tipo Nespresso. Attenzione: dalla strada c’è solo una rampa di scale e manca l’ascensore per raggiungere le stanze e la reception.
Lascio in stanza il trolley, esco e vado in piazza Santa Croce 16, dove per fortuna non c’è coda per acquistare i biglietti per la visita. Il complesso monumentale, risalente al 1295, è un insieme di architetture distinte, in dialogo tra loro: la basilica, la sagrestia con la cappella Medici, il Museo, la Cripta con il Famedio, la cappella Pazzi che con il Cenacolo si affaccia nel chiostro grande e il chiostro del Brunelleschi. Quello che mi impressiona di più è l’asta accanto all’Ultima cena del Vasari indicante l’altezza che l’acqua ha raggiunto nelle diverse alluvioni (sì, ce n’è stata più di una). In quella del 4 novembre 1966, causata dal maltempo che fece straripare l’Arno, nel borgo di Santa Croce raggiunse i 4 metri e 92 centimetri, le vittime a Firenze furono 17 e nei comuni della provincia furono 18.
Non tutto il male viene per nuocere
Fu questa terribile esperienza che richiamò gli ”angeli del fango”, persone che arrivarono da ogni dove per aiutare la popolazione e l’urgenza di salvaguardare i capolavori di ogni genere che erano finiti nel fango spronò i laboratori fiorentini dell’Opificio delle Pietre Dure a raggiungere altissimi livelli di avanguardia e maestranza tecnica che tuttora li rendono una delle scuole più importanti a livello mondiale nel campo del restauro.
Il crocefisso di Cimabue, l’immagine simbolo di quell’evento, nonostante il restauro prodigioso, è andato perso per l’80% circa. Ed è lì appeso con la ferita che ancora oggi richiama a quei giorni drammatici.
Nella Cappella Bardi sono gli affreschi di Giotto (ora in restauro e quindi non visibili), ma nel complesso si trovano anche altri maestri del Rinascimento come Donatello, le tombe dei Grandi, tra i quali Michelangelo, Galileo, Macchiavelli, e le vetrate tutte originali.
Salumi, caci e olio
Per pranzo scelgo Note di Vino in Borgo dei Greci 4/6r lì vicino: prendo il tagliere di formaggi e salumi, un calice di Morellino di Scansano e assaggio l’olio prodotto da loro. Lo consiglio vivamente, il locale è piccolo e ha un dehors sulla strada, magari vi tocca aspettare il vostro turno per sedervi, ma vale la pena.
L’arte prima di tutto
Ho prenotato prima di partire per Firenze una visita agli Uffizi: con la mia guida, Luigia Giusto (cell. 339 7685269) seguiamo un itinerario per comprendere l’evoluzione della pittura. Alla fine di questa immersione nella bellezza, faccio un salto alla terrazza degli Uffizi, dove trovo l’atmosfera raccolta e la vista sulla cupola del Brunelleschi e sulle colline intorno.
Profumi artigianali
Voglio tornare da Aquaflor, officina di profumi e rivendita di essenze, saponi, profumi, profumatori di ambiente in una suggestiva cornice. L’atelier si sviluppa in tre ampie sale rinascimentali; ha un laboratorio nelle antiche cantine, dove si si compongono ancora oggi le fragranze; e un olfattorio con una collezione che conta oltre 1500 preziose essenze, provenienti da ogni angolo del mondo. È un’esperienza sensoriale inebriante. Io compro una confezione di fragranze diverse e un paio di saponi profumati alla pesca e alla cannella.
L’astuzia fiorentina
Concludo la giornata davanti a una fiorentina, ossia la lombata di vitellone o di scottona che dovrebbe essere di razza chianina, alta 5 cm comprensiva di osso. Ovviamente la condivido perché una di queste bistecche è davvero tanta per me. Non mangio praticamente mai carne, ma questa occasione non voglio perderla. L’accompagno con patate arrosto e un bicchiere di Chianti del Gallo Nero.
A proposito: conoscete la storia del gallo nero? Dopo numerosi anni di conflitti, fu deciso che il confine tra le repubbliche di Firenze e Siena sarebbe stato tracciato nel punto in cui si sarebbero incontrati due cavalieri, uno senese e l’altro fiorentino, una volta partiti dalle rispettive città al cantare del gallo. Ogni città scelse il cavaliere più valoroso, il migliore cavallo, e il gallo che avrebbe dato il via alla competizione. I senesi scelsero un bel gallo bianco, prestante, che la sera precedente la sfida fu accudito e nutrito con mille attenzioni. I fiorentini preferirono un galletto nero e lo misero presto al buio senza farlo mangiare. E quel galletto nero cantò molto prima dell’alba. I notai senesi non poterono negare che il cavaliere fosse realmente partito al canto del gallo ma, purtroppo per loro, con notevole anticipo rispetto al canto del più pigro pennuto senese. I cavalieri si incontrarono perciò a Fonterutoli, cioè a pochi chilometri da Siena. Fu cosi che il Chianti passò sotto il potere di Firenze.
Ti sento
La mattina successiva vado al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, uno dei più importanti al modo: ristrutturato nel 2015, è molto innovativo nel suo concetto e permette di vedere da vicino gli originali delle formelle del campanile di Giotto, delle porte del Battistero del Ghiberti e altri capolavori che nel corso di sette secoli hanno decorato i suoi monumenti, grazie ad artisti come Michelangelo, Donatello, Brunelleschi, Ghiberti e infiniti altri. E la riproduzione in grandezza naturale della facciata del duomo com’era una volta, lo studio della cupola con la riproduzione di modellini oltre ai tesori di Santa Maria del Fiore.
Qui l’accessibilità è garantita per le persone con difficoltà motorie, previa prenotazione, ed è stato creato un percorso denominato TouchAble adatto anche ai non vedenti per poter toccare con mano le copie di alcuni capolavori in modo da “sentirli”.
Architettura straordinaria
Poi visito il Duomo, la terza chiesa più grande del mondo, dopo San Pietro a Roma e San Paolo a Londra, intitolata nel 1412 a Santa Maria del Fiore. Qui vedo la sacrestia dove si era rifugiato Lorenzo de Medici per salvarsi dall’attacco dei Pazzi, acerrimi nemici, che riuscirono però a ferirlo e a uccidere il fratello Giuliano. Questa storia è ben narrata in un episodio della sopracitata serie I Medici.
La cupola di Santa Maria del Fiore è simbolo non solo di Firenze, ma del Rinascimento stesso, essendo un capolavoro di Leon Battista Alberti: è la più grande volta in muratura del mondo. All’interno, Federico Zuccari e Giorgio Vasari vi rappresentarono il Giudizio Universale, il più grande dipinto murale della terra (3.600 mq). All’esterno la cupola è sormontata da una lanterna in marmo bianco sopra la quale c’è una palla di ramo dorato con croce apicale.
Vertigine magnetica
I pavimenti della cattedrale sono un enorme insieme di tappeti geometrici, un susseguirsi di caleidoscopiche e elaboratissime “ruote” circolari o ottagonali che creano illusioni prospettiche e vertigini, se si fissano. E l’orologio di Paolo Uccello (prima metà del 1400) sopra l’ingresso principale ha la lancetta dell’ora che gira al contrario, poiché segue la hora italica che incomincia con i vespri ed è collegata al calendario liturgico. Le ore non erano mai di 60 minuti precisi e cambiavano secondo le stagioni e la lunghezza del giorno, e scandivano i tempi della preghiera. In corrispondenza al piano inferiore ci sta la chiesa di Santa Reparata, dove si trovano ancora i oggi i resti e il mosaico che rappresenta un pavone, coincidente con l’ingresso di Santa Maria del Fiore.
Vuoi contribuire?
Il Battistero, come la cupola del duomo, ha pianta ottagonale, simbolo cristiano dell’8° giorno, che ricorda la rinascita in Dio, ossia il battesimo o la resurrezione finale: ha il medesimo soggetto, il Giudizio Universale, ma espresso con i mosaici. Ora non è pienamente visibile perché un grande ponteggio è stato innalzato dal centro del luogo sacro per restaurarli; ma si possono ammirare da vicino con una visita guidata, salendo sul ponteggio medesimo, anche se le liste di attesa sono lunghe e possono salire solo 10 persone per volta, con tutte le cautele del caso.
Il costo è di € 65 che è da vedere come un contributo per il restauro di uno dei più importanti cicli musivi del medioevo italiano. Le porte in bronzo dorato sono una copia, le originali del Ghiberti, come già detto, sono al Museo dell’Opera del Duomo.
Sapore di schiacciata
L’ora di pranzo mi porta al Mercato Centrale di San Lorenzo, dove si trovano prelibatezze fiorentine e toscane in una struttura liberty. Frutta, verdura, pesci, carne, il tutto accompagnato da profumi irresistibili e dalle chiamate dall’inconfondibile accento e da battute pepate come solo i toscani sanno fare. Al piano superiore ci sono i ristoranti, ma io ho un po’ di fretta e scelgo la schiacciata: un pane “sciocco”, ossia senza sale, al quale ci si abitua subito perché viene farcita con sapori forti come i salumi, i prosciutti, la finocchiona, i caci toscani che ben si abbinano. Qui troviamo anche i famosi panini con il lampredotto (trippa) e altre leccornie gastronomiche di qualità.
All’aperto, il mercato di borse e giubbetti: la lavorazione del cuoio è una delle più antiche di Firenze, tanto più che esiste una scuola di artigiani aperta agli studenti di tutto il mondo per imparare a lavorarlo.
Non voglio perdermi una “vasca” a Ponte Vecchio, e allora via tra le vetrine di orafi e la gente che scatta foto dal ponte verso l’Arno. Qui la folla è davvero impressionante e se volete un po’ di pace, non andateci nel tardo pomeriggio, ma preferite la mattina presto.
E poi mi indirizzo verso la Galleria dell’Accademia per rivedere i Prigioni e il David di Michelangelo (!) oltre la gipsoteca con la raccolta di dipinti e sculture di artisti dell’Ottocento, tra cui i gessi di Lorenzo Bartolini al quale è intitolata. L’aperitivo lo degusto al Caffè del Teatro Niccolini in via Ricasoli 3/5 e poi ceno da Gustavino!
A casa del Negroni
La terza mattina fiorentina mi gusto la colazione da Rivoire in Piazza della Signoria 5/R, e mi siedo all’esterno del locale su poltroncine in pelle rosa. Lo storico locale fu aperto nel 1872 dal cioccolatiere francese Rivoire, venuto al seguito del re nella nuova capitale. Qui è nato il Negroni, come ci ricorda una targa nel locale, anche se sono diversi i bar fiorentini che se ne contendono la paternità.
Mentre sorseggio il cappuccio, mi beo guardando Palazzo Vecchio, la Loggia dei Lanzi e la piazza con le copie del David di Michelangelo e del Perseo di Benvenuto Cellini. Curiosità: nella parte posteriore del capo di Perseo, Cellini è riuscito a ottenere un proprio autoritratto che si può distinguere, guardando con attenzione, fra i capelli dell’eroe.
Ma poi poso lo sguardo su Giuditta e Oloferne e il Marzocco di Donatello, Ercole e Caco di Baccio Bandinelli, la statua equestre di Cosimo I e la Fontana del Nettuno dell’Ammannati.
Una mecenate per l’anfiteatro
Considero di ritornarci più tardi, ma ora scelgo una meta green: mi dirigo verso Boboli, i giardini di Palazzo Pitti, la nuova sede scelta dal granduca di Toscana Cosimo I Medici dopo Palazzo Vecchio. La Versailles italiana è un labirinto se non avete senso dell’orientamento: 45.000 mq tra statue, fontane, siepi, scalinate e vedute impareggiabili. Sebbene ci sia la segnaletica, è facile non raccapezzarsi dopo un po’ che si cammina. Respiro: non è ancora il tempo delle fioriture primaverili, ma quello che vedo mi basta per meravigliarmi di tanta grandezza e beltà.
La buona notizia è che la mecenate americana Veronica Atkins ha donato quasi quattro milioni e mezzo di euro per il restauro dell’Anfiteatro di Boboli, nell’ambito dell’ampio programma di rilancio del verde mediceo ‘Boboli 2030’. Si tratta della più grande donazione da un privato mai effettuato in favore di un museo fiorentino: a beneficiarne sono le Gallerie degli Uffizi.
Un UFO a Palazzo
Ritorno come da programma in piazza della Signoria ed entro a Palazzo Vecchio, oggi sede del Comune di Firenze. La visita inizia nel Cortile di Michelozzo, ornato da stucchi e affreschi, e prosegue, al piano superiore, con il Salone dei Cinquecento, costruito alla fine del Quattrocento per ospitare il Maggior Consiglio a fronte dell’ampliamento dell’assemblea legislativa fiorentina. Divenne con Cosimo I de Medici uno dei più sontuosi luoghi di rappresentanza del tardo Rinascimento. Ritrovo il gallo nero che è divenuto il simbolo del Chianti prodotto in una determinata zona vinicola della Toscana (ma non è facile focalizzarlo per la sua posizione) dipinto in uno dei riquadri del soffitto del Salone. Un ciclo di pitture celebra l’apoteosi di Cosimo de’ Medici e della città e serie di statue accompagna il Genio della Vittoria di Michelangelo. Ancora oggi il salone è la sede privilegiata delle cerimonie della città.
Al secondo piano si trovano gli ambienti privati della corte medicea: fra questi gli appartamenti della duchessa Eleonora di Toledo e la Cappella con pitture di Agnolo Bronzino, lo studiolo di Francesco I e la Natività di Filippo Lippi, detta ora la Madonna dell’Ufo per via di uno strano oggetto volante che appare in cielo nel dipinto.
Nella Sala delle Carte Geografiche un globo terrestre di dimensioni eccezionali e più di cinquanta pannelli dipinti offrono una straordinaria visione di tutte le parti del mondo conosciute nel XVI secolo.
Il Quartiere del Mezzanino ospita una collezione di dipinti e sculture di epoca medievale e rinascimentale donata al Comune di Firenze da Charles Loeser.
Dopo una breve pausa di ristoro vado alla Farmacia di Santa Maria Novella, dove sono accolta da un tripudio di profumi e preparazioni per la bellezza del corpo e del viso, esposti tra affreschi, marmi e chiostri. Non so più che cosa guardare, se la location o la merce esposta. Infine mi concentro su quest’ultima e scopro l’acqua di colonia Angeli di Firenze, che consiglio di provare.
Le mie giornate a Firenze sono arrivate alla fine: torno con Italo a Milano, molto nutrita dalla bellezza.
CONSIGLI DI VIAGGIO
Quando andare
Molto meglio andare a Firenze durante la bassa stagione.
Come arrivare
In treno si arriva alla stazione di Santa Maria Novella che è molto vicina al centro storico raggiungibile in poco tempo a piedi.
Cosa portare
Borraccia, scarpe comode per camminare, macchina fotografica o smartphone per fotografare, taccuino per scrivere le note e le proprie impressioni di viaggio.
GREEN TIPS
Buttate i rifiuti negli appositi cestini o conservateli in un sacchetto per conferirli più tardi nella spazzatura.
Prenotate visite guidate e biglietti per accedere ai musei prima di partire per Firenze.
Andate a mangiare nei ristoranti o presto o tardi rispetto agli orari canonici per evitare le attese.
Scegliete cibi locali.
Comprate dagli artigiani fiorentini.
Rispettate il silenzio e l’abbigliamento adeguato quando entrate nei luoghi sacri.
Evitate di bivaccare sui gradini delle chiese o nelle strade, piuttosto scegliete un parco pubblico dove godere della natura e risposarvi. Qui un elenco dei parchi di Firenze: ambiente.comune.fi.it/pagina/parchi
Scritte e incisioni sui muri o sulle porte di questa bella città danneggiano solo e sono inutili: risparmiate tempo e scrivete piuttosto sul vostro diario o sul vostro taccuino quello che volete.
Siti web utili
feelflorence.it/it
Libri utili
Giulia Castelli Gattinara e Stella Verin
111 luoghi di Firenze che devi proprio scoprire
Edizoni Emons:
Mi piace perché: per andare fuori dai soliti circuiti turistici e scoprire belle e curiose storie che molti siti di Firenze raccontano.
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