Tel Aviv, città che non dorme mai
ATTENZIONE: a causa della guerra Israele-Hammas, prima di programmare il viaggio verso Israele e i paesi confinanti, consigliamo di consultare il link della Farnesina: viaggiaresicuri.it/find-country/country/ISR
Centro finanziario e culturale, innovativa e creativa, pluralista e tollerante (include molti migranti e rifugiati), 405.000 residenti, 3.200.000 nell’area cittadina, ha un incremento della popolazione costante: Tel Aviv, la “collina di primavera”, è una nonstop city.
Un abitante su tre è tra i 18 e i 35 anni, sono 3.500 gli studenti internazionali che studiano nel più grande ateneo pubblico del Paese o in una delle 20 università e college. È una delle migliori città anche per la vita notturna, con una media di un locale ogni 231 residenti, che vuol dire che non ci si ferma mai, neanche di notte.
Nata nel 1909 quando 66 famiglie si riunirono sulle dune fuori Jaffa (il centro dal quale ha avuto origine) per costruire un moderna città, oggi conta circa 700 start up: nel suo DNA c’è lo spirito imprenditoriale, un’attitudine che incoraggia la sperimentazione e perdona gli errori facilmente.
Tel Aviv è anche eco-friendly.
Si collega a Gerusalemme con la nuova ferrovia ad alta velocità che copre i 60 Km in 30 minuti, con una fermata all’aeroporto internazionale Ben Gurion. I treni a due piani trasportano circa 1700 passeggeri a 160 chilometri orari, la tratta comprende gallerie avveniristiche e ponti sospesi su valli profonde.
E questo si aggiunge all’implemento del bike sharing TeloFun con bici elettriche su 100 Km di piste ciclabili. Come turista puoi scegliere la card di accesso giornaliera, da tre giorni o settimanale. Alcune delle stazioni di noleggio più popolari che si trovano vicino alle attrazioni turistiche sono:
Porto di Tel Aviv, a sud vicino alla spiaggia di Metzitzim e a nord vicino al ristorante/bar Shalvata
Passeggiata di Tel Aviv, vicino al Carlton Hotel
Quartiere di Neve Tzedek, via Shabazi 19
Mercato del Carmelo (Shuk Hacarmel), 53 Allenby Street
Municipio di Tel Aviv, piazza Rabin
108 Viale Rothschild, fuori Sheinkin Street
La torre di guardia di Jaffa
Appena inaugurata anche la linea rossa della metropolitana, 24 chilometri che uniscono Petah Tikva, ad est, con Bat Yam, a sud, passando per il centro città con treni ogni 6 minuti (34 stazioni, di cui 10 sotterranee), con l’obiettivo di liberarsi dalle auto private. Meno traffico, meno inquinamento.
Molti sono parchi, da Yarkon Park, il polmone verde da percorrere in bici, di corsa, in canoa e dove arrampicarsi sulla parete attrezzata, all’Ariel Sharon National Park, sorto su una collina di 60 metri di rifiuti, un ambizioso progetto di riabilitazione ambientale, accanto all’aeroporto di Ben Gurion. Più grande del Central Park di New York, l’Ariel Sharon Park è attualmente accessibile in un formato limitato e sarà aperto in fasi fino al suo completamento nel 2020.
Le spiagge lungo 14 Km di sabbia bianca affacciate sul mare Mediterraneo, definite tra le migliori di città secondo il National Geographic, hanno palestre gratuite all’aperto. E la città ospita parecchi eventi sportivi, dalla maratona alla corsa in bici a quella a piedi notturna.
Tel Aviv è anche animal-friendly: l’amministrazione vuole una carta d’identità e un indirizzo mail del cane, quattro spiagge e 50 parchi pubblici sono dedicati gli amici quattro zampe, nel quartiere Bauhaus sono ammessi anche nei boutique hotel. Si controllano anche le nascite dei gatti: a Jaffa se ne trovano tanti con un marchio sull’orecchio, che indica che sono stati sterilizzati e poi rimessi in libertà.
Capitale mondiale del veganesimo ha la più alta percentuale di vegani al mondo, il 5 % della popolazione: con oltre 400 ristoranti vegan-friendly è nominata da The Daily Meal come migliore meta per i viaggiatori vegan. Ed è Lgbt–friendly, con decine di migliaia di stranieri che prendono parte ogni anno al Pride Parade, il più grande d’Asia e Medio Oriente, completamente sponsorizzato dall’amministrazione municipale, importante anche per i gay musulmani che non hanno molte occasioni per uscire allo scoperto.
Giovane e cool, con la più grande concentrazione di edifici in stile Bauhaus che fanno parte del Patrimonio Unesco, mostra il suo lato artistico e intellettuale: nelle strade, dove anche i caffè sono un fenomeno culturale, nei ristoranti dove il cibo è una fusione di esperienze e patrimoni diversi, nelle gallerie e negli atelier, dove si crea slow fashion, selezionando pochi capi e curandoli artisticamente.
L’abbiamo scoperto seguendo Galit Reismann, una design ambassador che organizza tour di moda e design. Il suo lavoro combina le sue tre passioni: vivere in una della città più belle del mondo, incontrare persone che arrivano da ogni parte del pianeta, amare il design emergente.
Galit ci guida a Lilienblum, la strada dove si avverte un’energia speciale sebbene abbia poca storia. Conosciamo Elisha Abargel, che ha aperto il suo primo negozio al numero 20 nel 2016 ed è selezionato tra i più promettenti stilisti di moda israeliani. Sintetizza stili classici con una prospettiva fresca e stimolante. Passiamo da Hannah, al secolo Nir Goeta e Rotem Mitz-Goetaal, al numero 16 della stessa strada: l’atelier è nato tre anni fa e la coppia di stilisti, marito e moglie, unisce la moda tradizionale e quella israeliana, la mascolinità alla femminilità.
Invece Shirley Itzik, stilista di gioielli, ha aperto la sua boutique Ruby Star al 46: braccialetti, orecchini e collane in metallo prezioso su disegni che si rifanno alla tradizione, interpretati in modo moderno.
Anche il cibo in questa non stop city sta cambiando: da fast diventa slow e sempre più persone scelgono di diventare vegane. Molti i chioschi e i negozi che vendono prodotti bio, centrifugati freschi di verdura e frutta e cibi senza componenti di origine animale.
Poco lontano da Lilienblum raggiungiamo l’architetto Gal Gaon, proprietario e art director della Galgaon Gallery (22 Nachmani Street), dove collaborano designer e artisti che fanno pezzi unici: è un appartamento in una casa di architettura eclettica, senza vetrina sulla strada, come in moltissimi altri casi, ma ugualmente conosciuto e la gente vi arriva. Vuol dire che si spinge oltre l’apparenza e la comodità, cerca, trova e realizza quello che interessa veramente.
La sensazione a Tel Aviv è di essere al centro del mondo, immersi in un vortice di energia positiva che fa crescere e avanzare verso il nuovo e la tolleranza, tra culture conservatrici e giovani promesse: è così il vero spirito israeliano?
tel-aviv-gay-vibe.com
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